Nel mondo delle PMI si sta facendo largo la nuova tendenza dell’Employer Branding. In questo articolo scopriamo di cosa si tratta e come può aiutare le aziende.

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Antonio Panìco, Founder di Business Coaching Italia

Il mondo del lavoro sta cambiando e, con esso, cambia anche il rapporto tra lavoratori e aziende. Fidelizzare i propri dipendenti, strutturare un’organizzazione aziendale in grado di poter supportare la crescita dei collaboratori in un ambiente di lavoro all’avanguardia e volto al benessere fisico e mentale dei collaboratori. L’Employer Branding, ovvero la capacità di un’azienda di diventare un punto di riferimento valido come datore di lavoro in termini di well being aziendale e benefit, inizia a essere una vera e propria tendenza.

Secondo i dati, dopo il periodo di Great Resignation che ha coinvolto il nostro Paese negli ultimi due anni, la “Recessione di talenti” sembrerebbe essere una nuova tendenza, data dal fatto che sempre più lavoratori qualificati lasciano il proprio posto di lavoro per opportunità di maggiore crescita e le aziende italiane si ritrovano a spendere un budget sempre più alto per la ricerca e selezione di nuovo personale.

Cosa è l’Employer Branding?

Antonio Panìco, Founder di Business Coaching Italia e premiato come business coach dell’anno ai prestigiosi “CEO Today Management Consulting Awards” nel 2021 e nel 2022, spiega: “L’Employer Branding è la reputazione che le aziende hanno presso gli employee (dipendenti) come ambiente di lavoro. Nasce perché le nuove generazioni di dipendenti vedono nell’azienda non solo un posto di lavoro in cui poter guadagnare ma soprattutto come un luogo in cui si rispettino e trasmettano dei valori e in cui sia possibile crescere professionalmente. Quest’ultimo aspetto, ad oggi, non è solo da intendersi come la possibilità di fare carriera all’interno dell’azienda ma anche l’opportunità di poter acquisire nuove competenze. Per questo, l’Employer Branding riguarda diversi elementi: dalla qualità del lavoro, alla possibilità di crescita, al rispetto delle norme, al rapporto con i colleghi e il proprio capo fino all’organizzazione e alla struttura dell’azienda, per capire se possa essere il luogo adatto in cui poter sviluppare competenze”.

Alcuni consigli per trattenere i talenti

La problematica maggiore per le PMI, rimane il cercare di trattenere i propri talenti.

Questo è un fenomeno che aiuterà e spingerà le PMI a darsi da fare perché se vogliono crescere devono strutturarsi. Infatti, consentirà loro di assumere dipendenti che puntino a migliorare l’azienda e a farla crescere. E per la crescita del business, le PMI devono strutturare un’organizzazione aziendale forte in modo tale da poter attrarre talenti e trattenerli in azienda”, continua Antonio Panìco. “Il primo fondamentale benefit che un collaboratore junior cerca è la possibilità di imparare bene un lavoro. La seconda, avere un buon rapporto con il proprio capo e con i colleghi quindi, a livello aziendale, la leadership è fondamentale. La formazione è un benefit ben visto dai collaboratori e dall’altro lato, abbiamo i benefit più classici dalla macchina aziendale alle stock option delle grandi aziende”.

Le opportunità di carriera e il prestigio del lavoro, sono tra gli elementi fondamentali per i dipendenti di oggi. E le imprese, provano a far fronte a questa nuova necessità. Con l’Employer Branding possono avere una possibilità in più di attrarre e trattenere talenti.

Le aziende stanno capendo ora queste nuove dinamiche e il Covid ha potenziato molto il voler stare bene sul lavoro, per i dipendenti. Questo sta spingendo le PMI a capire che per trovare clienti e talenti, è necessario strutturarsi e questo coinvolge anche la sfera delle assunzioni”, conclude Antonio Panìco.