Nel 2019 la crescita media reale è stata dell’1,6%, in linea con i due anni precedenti e con gli altri paesi dell’Europa occidentale. Unica eccezione le professioni digitali

Nel 2019 la crescita dei salari medi dei dipendenti italiani si è attestata al 2,5%, confermando il trend degli ultimi quattro anni e in linea con gli altri paesi dell’Europa occidentale. Tenendo in considerazione il tasso di inflazione, la crescita reale delle retribuzioni è stata dell’1,6%, pari a quella del 2018. Un dato che conferma un periodo di stagnazione del mercato del lavoro che dura ormai da oltre un triennio.

Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio sulle politiche retributive di Willis Towers Watson – società leader nella consulenza, nel brokeraggio e nell’offerta di soluzioni alle imprese e alle istituzioni – condotto su un campione di circa 400 aziende italiane di medie o grandi dimensioni, per un totale di circa 180.000 dipendenti.

“Nel mondo del lavoro italiano continua a prevalere un clima di cautela – dichiara Edoardo Cesarini, AD di Willis Towers Watson Italia. Le basse percentuali di crescita registrate negli ultimi anni dimostrano che le retribuzioni aumentano solo prevalentemente per effetto di elementi fisiologici, come scatti di anzianità e aumenti contrattuali, e non per premiare le performance.”

L’eccezione è data dalle professionalità digitali che, con una crescita media dell’8% della Retribuzione Totale Annua (RTA), hanno registrato nell’ultimo anno un aumento delle retribuzioni a doppia cifra. Gli esperti di test e controllo dei processi digitali e di Cyber Security hanno infatti visto aumentare la propria RTA del 19%, quanti operano nel social media marketing del 14% e gli sviluppatori di applicazioni del 13%.

Le differenze negli altri settori di attività sono invece minime: leggermente sopra la media la crescita dei salari nel Farmaceutico (2,6) e nei Servizi finanziari (2,6), leggermente sotto le retribuzioni nell’Energia/Oil&Gas (2,4) con previsioni al ribasso (2,3) anche per il 2020.

“È naturale che le professionalità più ricercate, come alcune tra quelle legate ai processi di trasformazione digitale, abbiano registrato incrementi a doppia cifra – aggiunge Rodolfo Monni, responsabile indagini retributive di Willis Towers Watson. La domanda in questi ambiti è infatti superiore all’offerta e la ‘guerra dei talenti’ tra le aziende influisce sulla crescita dello stipendio.”

L’Osservatorio evidenzia anche quanta strada ci sia ancora da compiere per colmare il gender pay gap. In media le donne percepiscono una remunerazione totale inferiore del 29% a quella degli uomini e resta molto ampio anche il divario nella presenza di uomini e donne ai vertici aziendali: solo il 15% delle donne che lavorano ricopre, infatti, ruoli executive e solo il 27% ruoli manageriali.

Nota: Le cifre dell’inflazione (Indice dei Prezzi al Consumo – CPI) sono redatte dall’Economist Intelligence Unit (EIU).