Le abitudini incaute dei consumatori in viaggio mettono i dati a rischio di cyber-attacchi

Vacanza e sicurezza: 5 consigli per partire sereni

Secondo una recente ricerca di Kasperky Lab, i consumatori, quando si trovano all’estero, abbassano la guardia e tendono ad assumere comportamenti a rischio, che mettono i propri dati in pericolo. Ubriacarsi ma anche utilizzare connessioni wi-fi rischiose e lasciare il proprio smartphone nelle mani di estranei: la ricerca evidenzia le abitudini dei consumatori in viaggio, con il 42% che ammette di essere meno sicuro quando si connette in vacanza in confronto a quando si connette durante i viaggi di lavoro.

Lo studio, che ha coinvolto 11.850 persone in tutto il mondo, ha portato alla luce viaggiatori incauti quando si tratta di connettersi, approssimazione in merito alla sicurezza dei dati e una propensione verso comportamenti a rischio. Comportamenti, questi, che mettono gli utenti in una situazione di crescente rischio per ciò che concerne i cyber-attacchi.

La ricerca dimostra come molti di noi, quando si trovano all’estero, siano imprudenti nell’utilizzo dei propri dispositivi. Un quarto (28%) afferma di averli lasciati incustoditi (su un tavolo o in una sala riunioni), ed uno su cinque (19%) li ha lasciati alla portineria dell’albergo. Percentuali che, in entrambi i casi, diventano 2 su 5 nel caso di utenti Americani. Le occasioni, poi, per scattare una bella foto, inducono ad altri comportamenti rischiosi, con il 18% – ed 1 su 4 per quanto riguarda gli under 25- che lascia facilmente il proprio smartphone nelle mani di sconosciuti al fine di farsi scattare una foto.

I risultati della ricerca suggeriscono che quando siamo in vacanza il nostro comportamento diventa spesso imprevedibile e altamente rischioso. Molti dicono che sono più propensi ad entrare in contatto con persone che non conoscono (18%) e dedicarsi al ‘sexting’ (6%) quando sono all’estero. L’indagine ci dice anche che il 15% beve di più in vacanza, dato che cresce fino al 29% nel caso di intervistati Inglesi.

Molti di noi non prendono in considerazione le modalità di connessione o la possibilità che qualcuno ci stia ascoltando. La maggior parte (82%) sceglie aree Wi-Fi pubbliche non protette come ad esempio nei terminal degli aeroporti, nei caffè e negli hotel. In realtà, questa è per molti di noi un’abitudine: il 28% utilizza Wi-Fi pubblici all’estero molto più che a casa ed il 18% non prende alcuna precauzione per connettersi in sicurezza.

Un terzo (33%) ammette di visitare siti web di natura sensibile su Wi-Fi esteri ed utilizzando il proprio dispositivo personale. Inoltre, almeno la metà fa operazioni bancarie online (48%) e shopping online (46%) quando è via da casa. Desta preoccupazione che un terzo degli intervistati (35%) affermi di aver fatto telefonate confidenziali in pubblico. Ricordiamo che una lingua diversa è una barriera alla comprensione e quindi anche una protezione per la sicurezza dei dati.

Questo comportamento ci prende alla sprovvista: sul totale dei consumatori che sono stati oggetto di un cyber attacco all’estero, 1 su 5 non aveva alcuna idea di quale potesse essere l’origine.

“In vacanza è naturale volersi rilassare ma troppo spesso questo significa anche abbassare totalmente la guardia per esempio quando si tratta di connettersi a Internet. Il nostro buon senso sembra dare forfait: è consigliabile connettersi? E fare un post sui social media? La risposta è: certo che si può ma vi suggeriamo, se siete all’estero, di prendere precauzioni supplementari. Assicuratevi di adottare un comportamento cyber-savvy e utilizzate strumenti per proteggere voi stessi e mettere al sicuro i vostri dati personali, afferma Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.