Saltano i paradigmi tradizionali del retail e del commercio e la chiave di volta è il local marketing.

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Mentre internet cresce incessantemente, molte attività commerciali tradizionali continuano a chiudere a fronte di un numero minore che apre. Come confermano infatti i dati Confesercenti nel 2015 c’è stato un saldo negativo di oltre 29.000 imprese nel commercio: a fronte di 65.824 chiusure ci sono state solo 36.757 aperture.

L’eCommerce cresce tantissimo, ma in Italia vale solo il 5% delle vendite retail, come da dati dell’Osservatorio Ecommerce del politecnico di Milano e Netcomm, il 95% delle vendite avviene nei negozi tradizionaliha spiegato Luca Bove, esperto di local markting che il 28 gennaio 2017 a Bologna parteciperà al seminario “Local Strategy Live Quindi oggi la chiave è portare business mirato attraverso il web alleattività commerciali locali che siano store, negozi, artigiani o catene di attività commerciali. I clienti possono trovare facilmente, attraverso i propri device dal piccolo negozio, alle grandi aziende con punti vendita nel territorio, che altrimenti potrebbero essere invisibili per le tante persone che quotidianamente effettuano ricerche locali in cerca di prodotti o servizi”.

Prosegue Bove: Non dimentichiamoci che è un trend mondiale: più del 90% del fatturato del retail passa dai negozi tradizionali, ma è comunque influenzato dal marketing digitale. Ecco che con le giuste tecniche e strategie possiamo accompagnare l’acquirente proprio verso il nostro store, attività commerciale o presso più punti vendita sparsi nel territorio”.

Inoltre è fondamentale essere coscienti di questi strumenti, poiché sono molto utilizzati dalle persone. Se le attività commerciali non li gestiscono opportunamente i dati possono essere inesatti, fornendo una cattiva esperienza all’utente finale. Non dimentichiamo il recente caso della pizzeria Brand che per un errore risultava chiusa. E qui la responsabilità della correttezza dei dati è dell’azienda, non degli intermediari”.