I driver principali delle crescita nel consumo di dati: on-demand, 5G ed edge computing

Colocation data center, Italia nella top 10 mondiale

Quanti data center ci sono nel mondo? Un numero enorme, quasi impossibile da calcolare, che si stima essere intorno ai 7,2 milioni. Esiste invece un calcolo ben preciso, sviluppato da Datacentermap.com, dei colocation datacenter sparsi in giro per il globo. Queste infrastrutture, che offrono in concessione a un utente uno spazio fisico in locazione in cui inserire il server che l’utente stesso possiede, sarebbero ben 4.709, collocate in 126 Paese diversi.

E in Italia? Con 77 colocation datacenter distribuiti in 30 aree differente, il Belpaese si posiziona al 6° posto in Europa e nella top 10 mondiale. La distribuzione, come prevedibile, non è omogenea lunga tutta la penisola ma si concentra prevalentemente nel nord e centro Italia. In particolare, ben 24 data center sono collocati nell’area di Milano e la sola Lombardia ne ospita oltre il 36% del totale. Nella zona della capitale, Roma, ne sorgono invece “solo” 8. Restano indietro il sud e le isole: fa in parte eccezione la Sicilia, che ospita 5 data center distribuiti tra Palermo e Catania.

Negli ultimi due anni, questi numeri sono cresciuti velocemente e ancora sono destinati a crescere. Kingston Technology, leader mondiale nella produzione di memorie e nell’offerta di soluzioni tecnologiche, spiega perché questo incremento esponenziale è un chiaro segnale che la gestione dello storage è un’esigenza sempre più reale e sentita da aziende di ogni settore. Ma quali sono i principali fattori scatenanti?

L’on-demand

Social media, servizi di streaming, cloud storage. Viviamo in un’epoca dominata dall’on-demand digitale. Nell’era del digitale i dati vengono letteralmente “divorati”. Gli utenti richiedono sempre più dati, connessioni ormai immediate e dai posti più disparati. La domanda digitale è ogni giorno sempre più insaziabile, e il lockdown globale non ha fatto altro che incrementarla ulteriormente. Ne consegue che per soddisfare questa fame atavica servono nuovi data center. Tantissimi data center.

Il 5G

Il 5G non è semplicemente un aggiornamento del 4G. È un balzo verso la stratosfera con propulsione missilistica. Il 5G porterà un incremento di velocità compreso tra le 100 e le 800 volte rispetto alle reti esistenti: grazie ad esso si realizza quell’infrastruttura capace di far viaggiare le enormi quantità di dati che daranno vita a un mondo più connesso e più smart, in cui gli endpoint IoT connessi sono destinati ad aumentare a dismisura.

L’edge computing

L’edge computing porta l’elaborazione, l’archiviazione e l’analisi dei dati più vicini al luogo in cui sono necessari. In questo modo è possibile abbattere drasticamente i tempi di risposta, risolvere i problemi di latenza e ridurre l’esigenza di ampiezza di banda. Per comprendere l’importanza di questo progresso basta pensare ai veicoli a guida autonoma: portare la latenza da qualche centinaio di millisecondi a un solo millisecondo si rivela essenziale se la velocità di elaborazione deve tendere a essere istantanea. E i veicoli a guida autonoma non sono l’unico campo che traina la domanda di edge computing: pensiamo a smart parking, gestione automatizzata del traffico, controlli sulla salute o sulle emissioni atmosferiche…

“In questo scenario, ovviamente, è essenziale non solo che i data center siano numerosi, ma che siano anche in grado di garantire le migliori performance. Le organizzazioni richiedono prestazioni prevedibili, per poter offrire prodotti e soluzioni con accordi sul livello del servizio (SLA) con livelli di affidabilità che possono raggiungere il 99,999%” commenta Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology.

Proprio per questo motivo Kingston offre SSD e memorie per server in grado di soddisfare direttamente qualunque esigenza di archiviazione, gestione e accesso istantaneo a grandi volumi di dati in database tradizionali e infrastrutture big data.