L’innovativo percorso di formazione ha l’obiettivo di far emergere le asimmetrie che esistono tra le ambizioni degli aspiranti imprenditori e le reali esigenze del mercato

Promossa da Novartis e Fondazione Cariplo, BioUpper è un’iniziativa a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare una start up nel settore delle scienze della vita. La prima fase del progetto si è conclusa lo scorso 20 novembre, raccogliendo 118 candidature da tutta Italia.

I 19 team selezionati in questa seconda fase del progetto sono stati suddivisi in tre ambiti di applicazione: biotecnologie orientate alle scienze mediche, strumenti digitali al servizio della salute, dispositivi medicali e servizi orientati al paziente o alla sanità. La selezione è stata compiuta seguendo dei criteri ben precisi: soddisfacimento di un bisogno/necessità; innovatività della soluzione; impatto tecnologico; fattibilità tecnica e sostenibilità economica; qualità e competenze del team.

In particolare l’interdisciplinarietà e la qualità del team è un elemento chiave per la valutazione del progetto da parte dei potenziali investitori e ogni progetto life science deve includere anche competenze manageriali per sopravvivere sul mercato.

L’innovativo percorso di formazione è stato costruito da PoliHub con l’obiettivo mostrare ai team, fin da subito, le asimmetrie che esistono tra le ambizioni degli aspiranti imprenditori e le reali esigenze del mercato, prima ancora dei possibili finanziatori.

Il primo elemento da considerare è reso dalla necessità della protezione dell’idea/brevetto che si scontra con l’obiettivo istituzionale accademico di pubblicare su riviste autorevoli. Diventa quindi essenziale decidere se l’idea può essere maggiormente valorizzata attraverso una pubblicazione o se iniziare il rischioso ma stimolante percorso di fondare una start up. Dunque richiedere il brevetto ad esperti legali specializzati nel settore è dirimente. L’altro elemento da considerare riguarda i finanziatori. Spesso per chi ha una formazione scientifica, non è immediato comprendere che il finanziatore valuta il progetto sulla base di indicatori finanziari del proprio investimento. Non ultimo essere disponibili a rimodellare la propria idea di partenza, in funzione delle reali esigenze del mercato, senza ancorarsi alla propria prospettiva di partenza.

Durante la settimana i 19 team hanno affrontato lezioni dedicate alla creazione del modello di business e del piano di sviluppo, tecniche di presentazione dei progetti agli investitori, workshop di confronto ed incontri ad hoc al fine di preparare al meglio i partecipanti per la loro presentazione finale alla Giuria prevista per il prossimo 8 gennaio. Tra i principali experts che hanno condiviso le loro esperienze sono stati Bill Barber, Presidente e co-fondatore di INCube, Giancarlo Giudici, Strategy Management & Finance, Politecnico di Milano, Stefano Mizio, CEO di Innovits Lab, Raffaella Bossi Fornarini, Organizational Behaviour Lecturer, Politecnico di Milano.

I partecipanti alla training week provengono da nove regioni italiane; a livello geografico la zona maggiormente rappresentata risulta essere la Lombardia, con 7 progetti selezionati. 5 di questi provengono dalla sola provincia di Milano, 1 da Pavia ed 1 da Mantova. Seguono Toscana (3), Piemonte, Puglia (2), ed infine Lazio, Campania, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna rispettivamente con 1 progetto a testa.

Al termine della presentazione la Giuria costituita da rappresentanti del mondo delle imprese, della ricerca, della finanza e delle istituzioni, attivi nello sviluppo di nuove imprese ed esperti nelle aree di supporto all’imprenditorialità, selezionerà le 10 proposte che accederanno al programma bimestrale di accelerazione. Questo percorso fatto su misura è volto a predisporre e rendere efficace la fase del “go-to-market”, ovvero l’ingresso del progetto sul mercato. Il programma è calibrato su ciascuna idea d’impresa, sulla base del ciclo di vita del prodotto/servizio proposto ed è composto da: lavoro in laboratorio, tempo di incubazione, visite guidate ad aziende e distretti anche esteri.

Una volta conclusa quest’ultima fase, ciascun team sarà chiamato a presentare i risultati raggiunti. I tre migliori riceveranno un contributo di 50mila euro ciascuno, che permetterà loro di usufruire in modo personalizzato e flessibile di ulteriori consulenze specializzate e di servizi e attività per lo sviluppo del proprio progetto d’impresa, così da facilitare e rendere efficace il percorso di accesso al mercato.