Le dieci proposte di strategia politica presentate in un position paper che analizza la situazione del nostro paese, ancora maglia nera nella classifica DESI

Obiettivi tecnologici per il 2021: le priorità aziendali

Quali sono le criticità dell’evoluzione digitale italiana, che zavorrano il nostro paese al fondo della classifica europea DESI (Digital Economy and Society Index)? Secondo il nuovo Assintel Report, sono due.

Il primo è culturale e manageriale: le imprese, e soprattutto la PA, non sono dotate delle competenze digitali e di manager capaci di portare la rivoluzione dei processi al loro interno.

Il secondo è tutto politico: manca ed è mancata una vera strategia sistemica, ed il risultato è sotto i nostri occhi: assenza di governance, caos normativo, digitalizzazione a groviera, che determinano un rallentamento nello sfruttare gli effetti benefici della Trasformazione Digitale sulla crescita del PIL.

Questa la fotografia di un Paese che vuole crescere ma che vede tra i primi tre ostacoli alla Trasformazione Digitale la mancanza di competenze, di cultura aziendale e di risorse economico-finanziarie secondo il nuovo Assintel Report, la ricerca sul mercato ICT e Digitale in Italia, realizzato da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali, con CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario – insieme alla società di ricerca indipendente IDC Italia e presentato oggi agli stakeholder istituzionali in Confcommercio. Il progetto, patrocinato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e con la partership di Confcommercio e SMAU, è stato realizzato con il contributo di Adfor, Etna Hitech, Intel, Kaspersky Lab, Noovle.

L’Information & Communication Technology italiana nel suo complesso cresce del +0,7% nel 2018 e si prevede un aumento al +1,6% nel 2019, con una forte spinta delle tecnologie più innovative.

A livello territoriale le regioni del Nord anche il prossimo anno saranno quelle dove la spesa in ICT sarà maggiore (circa 17 miliardi di euro, il 56% del totale) anche se saranno più prudenti, con investimenti stabili. La sorpresa arriva dal Sud e Isole: il 22% delle aziende aumenterà la spesa in ICT, così come quelle del Centro Italia (il 19%), segnale di ottimismo e di una aumentata consapevolezza di quanto sia strategico cogliere la Trasformazione Digitale. Nella classifica delle regioni, al primo posto nella spesa ICT svetta il Lazio con 6,4 miliardi di euro, al secondo posto la Lombardia con 6 miliardi.

Lo sguardo sulla Pubblica Amministrazione ci mostra come l’88% degli Enti prevede una spesa ICT stazionaria, in cui la priorità è la riduzione dei costi, a causa anche delle azioni di contenimento della spesa pubblica operata dai Governi nelle politiche degli ultimi anni.

“A fronte di tutto ciò, Assintel presenta ufficialmente il proprio Position Paper, che è un’analisi, un’esortazione e una mano tesa che l’associazione delle imprese ICT lancia al mondo politico, rappresentato oggi dal nuovo Governo e da tutti gli stakeholder istituzionali, per dare il contributo in termini di esperienze e competenze alla finalizzazione di una vera e coerente strategia digitale per il futuro”, così Giorgio Rapari, Presidente Assintel. Questi in sintesi i 10 step che Assintel propone:

  1. Governance: Ministro dedicato al Digitale, Champion digitale in ogni Ministero e tavolo interministeriale di coordinamento, di concerto con gli Enti Locali e le Associazioni Imprenditoriali
  2. Coordinamento e realizzazione dell’Agenda digitale a cura di un’AgID potenziata e integrata con il Team per la Trasformazione Digitale. Bracci operativi i Responsabili per la Transizione al Digitale previsti dal CAD in tutte le PA
  3. Coordinamento e semplificazione della normativa legata al CAD e ai rapporti digitali fra imprese, cittadini e PA, con relativa sburocratizzazione
  4. Evoluzione delle In-house a bracci operativi di AgID per coordinare e implementare la trasformazione digitale nelle singole Amministrazioni Pubbliche
  5. Sviluppo delle competenze Digitali nelle PA e strutturazione di percorsi di e-Leadership interna
  6. Formazione digitale: allineamento dei percorsi scolastici e universitari alle richieste di competenze specialistiche che arrivano dal mercato
  7. Interoperabilità e razionalizzazione dei Big Data nella Pubblica Amministrazione
  8. Gare d’appalto ICT: sistemi diversificati che permettano la partecipazione dignitosa delle PMI e imposizione di limiti al ribasso delle tariffe connessi con i minimi contrattuali CCNL
  9. Incentivi all’innovazione che premino la collaborazione fra PMI e Startup, il reinvestimento degli utili in innovazione sia di prodotto che di processo
  10. Progetti-Paese per valorizzare le filiere ICT del Made in Italy (es. accoglienza, agrifood, moda)