È il momento per le imprese di offrire agli utenti la libertà di cui hanno bisogno, pur mantenendo
il controllo

Tutti odiano la compilazione dei moduli di rimborso spese. Per anni, le aziende sono state portate a pensare che questo sistema stesse rendendo la vita facile per tutti. Non è così, la semplifica solo a chi si occupa dei rimborsi spese.

Questo è un ottimo esempio di cosa c’è di sbagliato nel modo in cui l’IT abilita i processi di business in molte organizzazioni. L’IT, tradizionalmente, chiede al team di account di che cosa hanno bisogno, o ai leadership team il miglior sistema di acquisto. Eppure, in questo modo, ci si concentra sul cliente sbagliato; bisognerebbe concentrarsi sulle persone che realmente interagiscono con la soluzione. Dopo tutto, se l’utente finale non è entusiasta della tecnologia o dell’applicazione, e non la trova intuitiva, non la utilizzerà nella propria vita lavorativa.

Accanto a questo, il compito dell’IT è stato reso molto più difficile dalle nuove tecnologie diventate mainstream. Un recente studio VMware[1] ha rivelato che i dipartimenti stanno chiaramente prendendo il controllo dei propri bisogni IT, a discapito del riparto IT. Secondo la ricerca, il 54% dei responsabili d’azienda ritiene che la gestione della tecnologia si stia spostando dall’IT ad altri dipartimenti, con le line of business che utilizzano la tecnologia per guidare l’innovazione nelle organizzazioni. Questo cambiamento, però, non è privo di sfide. I leader di tutta l’azienda ritengono che questo stia causando una duplicazione dei costi per servizi IT (per il 56% degli intervistati), la mancanza di una chiara proprietà e responsabilità sull’IT (54%) e l’acquisto di soluzioni non sicure (47%). Inoltre, questo decentramento avviene contro la volontà dei team IT, con il 49% che vorrebbe un IT più centralizzato.

Capire le persone

Quindi, come possiamo affrontare questa situazione? È necessario un cambiamento di approccio e di mentalità. Recentemente, un mio amico mi ha chiesto un consiglio per il figlio sedicenne che ha un interesse per i computer e la tecnologia. Stava pensando di prendere un diploma in matematica, fisica e informatica, ma ho consigliato lui di lasciar perdere l’informatica e scegliere la psicologia.

Perché? Perché mentre la matematica e la fisica sono fondamentali per la tecnologia, quello che imparerete in informatica, a parte le nozioni di base, sarà obsoleto nel giro di cinque anni. È più utile capire l’empatia, l’emozione e la motivazione, le soft skill dell’interazione umana. Così, quando si tratta di selezionare e implementare soluzioni tecnologiche, si riesce a capire ciò che l’utente vuole davvero e come verrà utilizzato.

I team IT sono consapevoli del problema, ma questo approccio incentrato sull’utente finale è qualcosa con cui l’intera azienda deve confrontarsi. Le nuove tecnologie sono una realtà a causa della trasformazione profonda delle aziende per diventare più digitali, in cui il cloud computing ha reso queste applicazioni e servizi disponibili; la consumerizzazione dell’IT è diventata il punto di riferimento per stabilire come le nuove tecnologie dovrebbero essere intuitive.

Questo nuovo ambiente richiede un team IT dotato delle giuste competenze tecniche e di soft skill, ma anche dipendenti con il desiderio, la comprensione e la capacità di sfruttare appieno la tecnologia ormai a portata di mano. Lavorare per capire i driver emotivi di tutta la forza lavoro sarà fondamentale per questo; in futuro, sarà meglio scegliere la tecnologia in base ai bisogni degli individui e perfezionare il suo potenziale impatto sul business di conseguenza.

Joe Baguley is vice president & chief technology officer, EMEA at VMware

[1] La ricerca: l’agenzia di ricerca Vanson Bourne ha intervistato 1.650 responsabili IT e responsabili delle line of business a livello globale, in aziende con oltre 1.000 dipendenti da: Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia **, Medio Oriente **, Stati Uniti d’America, Messico**, Brasile**, Cina, Giappone**, India, Australia**, Corea del Sud, Singapore**, Indonesia**, Malesia** e Tailandia** usando un approccio ibrido di telefono e interviste on-line durante il mese di settembre 2016. **Aziende con oltre 500 dipendenti