Gli imprenditori sono consapevoli che la crisi non passerà velocemente ma vedono in essa opportunità di crescita

Italia Riparte: modelli per la nuova normalità

Secondo quanto emerso dall’EY Digital Talk Italia Riparte, il sistema imprenditoriale italiano ha reagito con grande senso di responsabilità all’emergenza Covid-19. Interlocutori del mondo istituzionale, economico e imprenditoriale italiano si sono confrontati sui possibili scenari per la ripartenza, la risposta italiana alla crisi e i modelli per la nuova normalità.

EY ha ascoltato oltre 2400 aziende a livello globale e 150 in Italia ed è emerso che se da un lato gli imprenditori sono consapevoli che la crisi non passerà velocemente e temono che possa dare il via a un’attività transazionale aggressiva, dall’altro vedono in essa opportunità di consolidamento e crescita dimensionale. La maggior parte delle aziende è attualmente focalizzata sulla gestione dell’emergenza (i piani di recovery hanno la precedenza su piani di investimento e su progetti di trasformazione) e la priorità è salvaguardare l’occupazione. Un rischio particolarmente sentito dalle aziende è che ci possa essere un disallineamento tra la domanda e l’offerta, legato alle variazioni dei consumi e delle modalità di acquisto a seguito del Covid-19.

“È forte la percezione che le aziende di sistema siano sempre più consapevoli del proprio ruolo. Nel corso dell’emergenza hanno mostrato grande senso di responsabilità verso il mercato, il tessuto imprenditoriale e la comunità – commenta Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e MED Regional Managing Partner. Per mantenere questo sentimento bisogna però pensare al futuro già da ora, con una visione chiara della strategia di rilancio. Ed è per questo motivo che abbiamo riunito oggi allo stesso tavolo gli attori chiave del Paese”. Sulla strategia per la ripartenza, Antonelli ha poi aggiunto: “Bisogna ascoltare gli imprenditori. Il futuro della domanda è incerto, il sostegno al reddito è necessario per sostenere i consumi, ma per dare impulso alla ripresa e intervenire efficacemente sul PIL è necessario partire dagli investimenti in infrastrutture e snellire la burocrazia”.

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, aprendo l’incontro ha dichiarato: “Il progetto presentato dalla Commissione UE rafforza la coesione dell’Unione ed è un’occasione storica per l’Italia per recuperare il divario di crescita e produttività che ci ha separato da altri Paesi. Abbiamo obiettivi da perseguire, indipendentemente da quello a cui ci stimola l’Unione europea. Abbiamo il dovere di elaborare il progetto per l’Italia, per noi stessi, per i nostri figli: nessuno dovrà rimanere all’oscuro, sarà l’occasione per rimettere a sistema il contributo di ogni settore dell’impresa, dei sindacati, della società civile, di tutte le migliori energie del Paese. Le somme che arriveranno dal Recovery fund europeo non sono un tesoretto a disposizione del governo di turno ma una risorsa per l’intero Paese che dobbiamo spendere per gli anni a venire”.

“La sfida per l’Italia è cogliere le opportunità offerte dalla svolta dell’UE dall’austerity a una politica orientata alla crescita. È necessario intraprendere con determinazione la via delle riforme strutturali, per favorire innovazione, digitalizzazione ed economia circolare nel nostro Paese, indirizzandolo in un percorso di crescita sostenibile, da un punto di vista sia ambientale sia sociale” – ha commentato Massimo D’Alema, Presidente della Fondazione Italianieuropei, nel corso del keynote speech.

Nel corso del primo panel Possibili scenari di ripartenza, Mariana Mazzucato, Professoressa dell’University College London, ha dichiarato: “Il Covid-19 può aiutarci a ripensare il ruolo dello Stato rispetto ai problemi attuali. Stato e imprese devono instaurare un rapporto simbiotico, sulla base del quale gli investimenti statali fungano da catalizzatore per le imprese italiane verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Lo Stato deve intervenire laddove le imprese non hanno la lungimiranza di investire, altrimenti in Italia non ci sarà mai la Silicon Valley”.

“Riforma del sistema fiscale, della burocrazia, della sanità e introduzione di una vera politica industriale – è questa la chiave per la ripartenza per Antonio Tajani, Vicepresidente di Forza Italia. Lo Stato deve avere visione, dare buone regole affinché il mercato possa produrre effetti benefici e mettere imprenditori e cittadini nelle condizioni di fare, ma non si può tornare indietro a un modello socialista di capitalismo di Stato”.

“Dobbiamo disegnare il Paese del futuro – conclude Nicola Zingaretti, Segretario del Partito Democratico e Governatore della Regione Lazio. Abbiamo la grande opportunità, anche grazie all’Europa, che l’Italia assuma un ruolo di leadership, a patto che il governo si apra all’ascolto per costruire un progetto comune e risolvere i problemi e le attuali lacune. Ci sono molte cose da fare dalla rivoluzione digitale, o consentendo ai player del settore energetico di essere competitivi a livello mondiale”.

Nel corso del secondo panel La risposta italiana alla crisi, Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, ha affermato: “Gestendo mille miliardi di risparmio degli italiani ed erogando 450 miliardi di crediti attraverso affidamenti alle aziende in Italia, Intesa Sanpaolo è un pilastro dell’economia reale e sociale. Come secondo creditore dello stato dopo la BCE, siamo coinvolti nel destino e nell’accelerazione di questo Paese in cui troviamo la forza della nostra banca. Siamo stati tra i primi donatori alla sanità con 100 milioni e ora, per la fase 2, quella dell’emergenza sociale, stiamo destinando 125 milioni al contrasto della povertà e accelerando i finanziamenti d’impatto”.

L’Amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, ha detto: “Oggi il Paese ha l’opportunità di indirizzare forti investimenti nello sviluppo infrastrutturale del territorio e nella riconversione progressiva del tessuto produttivo italiano, ponendo al centro la sostenibilità. In CDP lavoriamo ogni giorno con impegno proprio in questa direzione, con la consapevolezza che la grande capacità di innovazione dell’Italia possa generare una nuova fase di crescita”.

Francesco Starace, CEO di Enel, ha aggiunto: “Rafforzare gli investimenti per ammodernare le infrastrutture è una leva fondamentale per rilanciare l’economia e creare valore sostenibile di lungo periodo. In Italia ci sono enormi spazi di miglioramento coerenti con la decarbonizzazione: efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, rinnovabili ed elettrificazione dei consumi finali grazie agli investimenti in digitalizzazione. Accelerare in questa direzione permette di favorire una rapida ripresa economica e occupazionale, definendo al contempo il contesto in cui far crescere un rinnovato benessere, solidale e non contrapposto all’ambiente”.

Nel corso del terzo panel Nuovi modelli per la nuova normalità, Sonia Bonfiglioli, Presidente del Gruppo Bonfiglioli Riduttori, ha dichiarato: “Solo dopo l’estate sarà possibile avere uno scenario più chiaro. Nel mentre però sono già evidenti alcuni megatrend, in accelerazione rispetto al passato: la digitalizzazione (che richiederà sempre più competenze adeguate) e la sostenibilità, in un’arena che sarà meno globale ma più a dimensione continentale. A noi imprese il dovere di coglierli e agire.”

Donato Iacovone, Presidente di Webuild, afferma: “Bisogna ripartire dagli investimenti, non soltanto in grandi opere pubbliche, ma anche in sanità, telecomunicazioni e infrastrutture: 100 miliardi in infrastrutture avrebbero in 10 anni un ritorno di circa 300 miliardi e poco meno di 1 milione di nuovi occupati, oltre a un effetto benefico di recupero di produttività per il Paese. È necessario inoltre formare nuovi leader che abbiano vision e siano in grado di riorientare le vele quando necessario, attraverso la collaborazione di università, filiere e aziende, e ampliando il coinvolgimento delle donne il cui potenziale ad oggi non è ancora pienamente sfruttato”.

Giuseppe Lavazza, Vicepresidente di Lavazza Group, ha dichiarato: “In questo momento siamo chiamati a una responsabilità collettiva che vede l’impresa in prima fila. Come imprenditori, il nostro ruolo è ancora una volta quello di accendere il motore produttivo del Paese. Io credo che, nel ripensamento generale a cui siamo di fronte, il rapporto tra Stato e impresa sia un punto centrale e lo Stato debba diventare il vero alfiere del capitalismo italiano ad ogni livello della società e dell’economia. La contrapposizione tra pubblico e privato appartiene al passato, questa potrebbe anzi essere l’eredità culturale che ci lascia questa drammatica esperienza. Auspichiamo un sistema economico indipendente, forte e competitivo, flessibile e dinamico, in grado di produrre crescita, sviluppo e maggiore impiego”.

Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha chiuso l’evento affermando: “La pandemia ha reso ancor più urgente la necessità di affrontare i nodi strutturali già presenti. Siamo al lavoro su un grande patto per identificare, insieme a tutte le forze sociali, i punti di forza, le fragilità del sistema e gli obiettivi del Recovery Plan dell’Italia, che presenteremo a settembre. Ora bisogna andare oltre un dibattito che inquadra la questione del rapporto tra pubblico e privato solo dal punto di vista della dimensione quantitativa dell’intervento pubblico, e affrontarla invece dal punto di vista della qualità e del respiro strategico dell’azione dello Stato. Questo vuol dire essere capaci di realizzare un grande patto tra Stato e imprese per supportare gli investimenti e orientare il sistema Paese verso obiettivi strategici. È un lavoro ambizioso ma c’è un grande margine per intervenire in modo significativo e rilanciare il potenziale di crescita dell’Italia, un’occasione unica che dobbiamo cogliere al meglio. Non da ultimo, questa crisi è stata una grande prova di forza e di coesione morale e civile del popolo italiano, che sono certo sarà una risorsa straordinaria per il rilancio del Paese”.