Una recente ricerca condotta su un panel di 500 marketing manager di tutto il mondo rivela che il 67% di loro ha riscontrato benefici effettivi dell’applicazione dell’AI al marketing

Machine learning e marketing: a che punto è l'Italia?

Si è aperto ieri (29 maggio) a Milano il Netcomm Forum – The digital commerce & retail event, l’appuntamento annuale dedicato agli ultimi trend legati alle nuove tecnologie e all’evoluzione dei consumatori, per approfondire i business coinvolti dalla digital disruption e incontrare professionisti internazionali dell’ecosistema digitale.

Tra i protagonisti sul palco anche Ilaria Zampori, General Manager di Quantcast Italia, con il workshop Il ruolo chiave dell’AI nella digital economy: lezioni dai Brand del XXI Secolo focalizzato sui risultati di una ricerca realizzata da Quantcast in collaborazione con Forbes Insights intitolata Lezioni dai Brand del XXI secolo. Condotta su un panel di oltre 500 marketing manager di tutto il mondo, la ricerca aveva l’obiettivo di investigare e analizzare come l’Intelligenza Artificiale, o meglio il machine learning, può aiutare ad ottimizzare le strategie di marketing e come brand digitalmente esperti possono interagire con il pubblico giusto in modo più rilevante.

Tra i primi dati evidenziati nel corso dell’intervento spicca che il 67% degli intervistati ha dichiarato di aver rilevato dei reali benefici dall’utilizzo di AI nelle strategie di marketing. Secondo la ricerca, l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo chiave per i marketer di tutto il mondo, soprattutto nella gestione del rapporto con i clienti e i prospect: l’80% degli intervistati ha dichiarato che la tecnologia AI, esonerando i marketer da alcune mansioni quotidiane, permetterà loro di concentrarsi maggiormente sulla strategia, il 58% si aspetta un’ottimizzazione la customer experience online grazie all’AI, mentre più della metà (55%) ha sostenuto che porterà alla creazione di messaggi veramente targetizzati e personalizzati.

Sulla base dei risultati ottenuti è stato anche sviluppato il Punteggio per la Maturità dei Brand del XXI, un tool che ha permesso di categorizzare i brand in Ritardatari e Leader digitali. I primi sono coloro che non riescono ancora a sfruttare appieno il potenziale della tecnologia e dei dati del marketing digitale, mentre i secondi riescono non solo a trarne un vantaggio reale, ma anche a comprendere l’importanza di questi nuovi strumenti per l’audience insights, il targeting e la misurazione.

In particolare, se si confrontano i dati relativi ai 3 principiali obiettivi di marketing che beneficiano dell’uso di moderne tecnologie come il machine learning, ossia l’aumento delle vendite, l’incremento della customer retention e il lancio di nuovi prodotti, emerge una considerevole differenza tra i Leader e i Ritardatari. I dati dimostrano infatti che i brand digitalmente più esperti hanno incrementato le vendite del 63% rispetto al solo 52% dei Ritardatari, aumentato la customer retention del 61% contro il solo 45% dei ritardatari, inoltre il 61% ha lanciato con successo un nuovo prodotto, il che vale solo per il 36% dei Ritardatari.

A supporto di questi risultati, Zampori ha presentato tre esempi di realtà e-commerce che hanno preso parte alla survey e fornito importanti insight su come diventare leader, anche per i brand che non sono nativi digitali.

  • SOLÉ BICYCLES,fondato nel 2010, è in grado di comprendere meglio ciò che i consumatori vogliono e non trovano nei brand affermati. Ascolta costantemente i clienti e utilizza i dati raccolti per influenzare, ad esempio, i miglioramenti nella navigazione del loro sito. Piccoli, ma importanti traguardi che lo aiutano ad aumentare le conversioni.
  • UGallery, azienda creata nel 2006 che rappresenta una delle prime gallerie d’arte online, ha saputo creare un’esperienza unica e personale per il suo pubblico, utilizzando dei dati per realizzare uno storytelling dal tono personale e giocoso;
  • 4MOMS, brand nato nel 2005 che sta rivoluzionando la vita dei genitori sviluppando delle attrezzature per bambini tecnologicamente avanzate. La società ha ideato dei prodotti unici sul mercato partendo dalle esigenze dei propri clienti e realizzando così ciò di cui avevano davvero bisogno.

“Il successo di un brand, nel mercato moderno, non è dato dalle dimensioni, dalla storia o dal capitale come succedeva in passato. Oggi ha successo chi conosce e comprende i bisogni e le passioni dei clienti, ma per farlo deve costruire delle strette e profonde relazioni. Ed è proprio qui che i dati e il Machine Learning possono fare la differenza – afferma Ilaria Zampori. Come hanno dimostrano i Leader digitali intervistati, saper cogliere i benefici e i vantaggi di questa straordinaria e dirompente tecnologia, permette ai brand di comprendere gli stili di vita dei consumatori, crescere e cambiare con loro, ma anche rispondere alle loro esigenze e desideri.”