Il successo è stato reso possibile dall’indipendenza verso l’hardware dei propri sistemi server e desktop, virtualizzati grazie a VMware

Nella maggior parte dei casi, quando si parla di scalabilità si pensa spesso alla capacità di accendere nuovi sistemi, ma anche saperli spegnere – senza scosse e in tempi brevi – è molto importante. È esattamente questa l’operazione che Hypo Alpe Adria Bank ha concluso con successo in collaborazione con VEM Sistemi, dimostrando agilità, resilienza e capacità di scalare verso il basso. E ottenendo un taglio dei costi IT del 40%.

È un successo reso possibile dall’indipendenza verso l’hardware dei propri sistemi server e desktop, virtualizzati con VMware.

La Sfida

Nella vita di una banca ci sono fasi in cui le filiali aumentano e i servizi IT devono crescere rapidamente e momenti in cui è necessario dismettere alcuni asset e razionalizzare le risorse a disposizione di un’operatività che si riduce. In dodici anni di servizio Marco Cozzi è stato responsabile help desk, poi sistemista, quindi IT manager, infine CTO. Da sette anni è CIO di Hypo Alpe Adria Bank.

Sotto la sua direzione è stata eseguita la prima virtualizzazione dei server, nel 2012. Dopo una fase espansiva, culminata nel 2012 con 26 agenzie bancarie nel triveneto, oggi la banca si trova a gestire una fase di contrazione, con la cessione di alcune filiali e l’aumento delle attività nella gestione dei cosiddetti NPL. In questo contesto l’infrastruttura hardware IT, basata su server IBM, stava raggiungendo la fine del proprio ciclo di vita e di validità dei contratti di manutenzione.

“Ci siamo trovati con un’infrastruttura sovradimensionata rispetto alle esigenze della banca, ma non potevamo semplicemente procedere con la dismissione dei server”, spiega Cozzi. “Dovevamo costruire una nuova architettura più agile e leggera, ma comunque performante.”

Non solo, alcune figure sistemistiche avevano lasciato la loro posizione nei sistemi informativi, quindi anche dal punto di vista della gestione ordinaria dei sistemi occorreva cambiare e semplificare, riducendo il numero delle licenze per gli applicativi in uso. In più la direzione imponeva un obiettivo sfidante: migrare l’infrastruttura entro la fine del 2017, in concomitanza con la scadenza dei contratti di manutenzioni dei server, in modo da avviare il nuovo anno con un nuovo sistema a regime.

La Soluzione

“I contratti di manutenzione dei server erano in scadenza il 31 dicembre 2017”, ricorda Cozzi. “Abbiamo progettato la nuova configurazione nel marzo 2016 con l’obiettivo di completare la migrazione entro la fine dell’anno.”

Il primo step prevede la dismissione dei server in via di obsolescenza, da sostituire con un’innovativa infrastruttura iperconvergente. La fase successiva consiste nell’aggiornamento delle versioni software e nell’integrazione dei vecchi server, mentre il progetto si conclude con l’aggiornamento dei sistemi di Disaster Recovery, che sfruttano le funzioni di VMware Site Recovery Manager.

Si tratta di un progetto di notevole portata per quanto riguarda la sostituzione dei sistemi hardware, che si rende possibile grazie alla capacità dei sistemi di virtualizzazione VMware preesistenti di gestire il cambio dell’hardware in modo trasparente, sia per quanto riguarda i sistemi server, sia per quando riguarda i desktop, in quanto tutte le postazioni della banca e delle filiali erano già state in precedenza virutalizzate con applicazioni VDI di VMware. Dal punto di vista sistemistico l’intera infrastruttura viene gestita attraverso la console VMware, che funge da orchestratore.

In breve, VMware vSphere svolge tutte le funzioni di Operation Management, la virtualizzazione di desktop e applicazioni è affidata a VMware Horizon, mentre delle attività di Disaster Recovery si fa carico VMware Site Recovery Manager.

I Benefici

Il team composto dai sistemisti della banca e dagli specialisti di VEM Sistemi esegue la migrazione entro i termini stabiliti, il 28 dicembre 2017. “Abbiamo completato la migrazione a fine anno con la chiusura dei bilanci e senza un’ora di disservizio”, commenta Cozzi. “La competenza di VEM Sistemi e l’indipendenza dall’hardware del software VMware ci hanno aiutato a rispettare tempi molto stringenti”.

Non è solo una questione di taglio lineare dei costi. La gestione dell’infrastruttura è ora notevolmente semplificata rispetto alla condizione precedente. La pervasività dei servizi di virtualizzazione VMware ha consentito ai professionisti IT della banca di rimuovere alcune barriere specialistiche legate all’infrastruttura precedente e di estendere le proprie competenze, grazie a un programma di formazione a cura di VEM Sistemi. In altre parole un gruppo di lavoro ridotto è ora in grado di gestire l’infrastruttura in totale autonomia e ha arricchito le proprie capacità in maniera sensibile, il che si riflette positivamente sulla motivazione con cui si dedicano al proprio lavoro. Anche i sistemi installati dialogano meglio tra loro, grazie alle funzioni di orchestrazione garantite da VMware, mentre gli accordi in essere tra i vendor dei sistemi consentono di effettuare richieste di supporto unificate indipendentemente dalle tecnologie coinvolte.

“Un sistemista che lavora con VMware può inviare una richiesta di supporto e ricevere supporto sui diversi sistemi coinvolti, senza barriere tecnologiche”, commenta Cozzi.

Gli utenti finali non hanno avuto il minimo impatto a seguito della migrazione, anzi hanno registrato un miglioramento delle prestazioni, per esempio nella velocità di generazione delle query sui dati o nell’accesso ai sistemi gestionali.

“Questo progetto con VMware e VEM Sistemi è stato molto importante per la banca”, conclude Cozzi. “Abbiamo ridotto il numero dei server aumentando le prestazioni e l’affidabilità dell’infrastruttura, che è completamente ridondata, con una riduzione dei costi del 40%”.