Rimanere conformi nei periodi di incertezza sugli ultimi cambiamenti nei nomi a dominio in vista dell’attuazione del GDRP e Brexit

di Alison Simpson, Portfolio Marketing Director, MarkMonitor

Recentemente abbiamo assistito a un grande fermento nel settore dei domini, da una parte a causa della scadenza imminente per l’adeguamento al nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione europea (UE), e dall’altra per l’incombente Brexit. Le ripercussioni legate all’uscita del Regno Unito dall’UE, sono di ampia portata. Mentre c’è ancora molta incertezza attorno a questi cambiamenti, in particolare in ambito commerciale, legislativo e nell’immigrazione, già si percepiscono, invece, le conseguenze in settori come retail, servizi finanziari e industria automobilistica, solo per citarne alcuni.

Sembra che il panorama dei domini non sia immune alle conseguenze della Brexit, come dall’ultima comunicazione della Commissione Europea “Avviso alle parti interessate: ritiro del Regno Unito e norme UE sui nomi a dominio .eu” lo rende molto evidente.

Ciò che non è molto chiaro invece è proprio quello che ci si può aspettare dal post Brexit. Molti proprietari di domini si stanno ponendo una domanda importante: dopo la Brexit, perderò il mio nome a dominio .eu?

La risposta è semplice: no.

Uno dei requisiti per avere un dominio .eu in primo luogo è che l’azienda o l’individuo che lo possiede, risieda in uno stato membro dell’UE, in Norvegia, Islanda o Lichtenstein. Naturalmente, per coloro che risiedono nel Regno Unito, dopo la Brexit questo requisito non sarà soddisfatto.

Tuttavia, questo non significa necessariamente che le aziende perderanno il loro nome a dominio. Potranno, invece, lavorare con i registrar, come MarkMonitor, per poter mantenere la propria presenza locale sul territorio. Il registar, a tutti gli effetti, agirà come rappresentante locale per il dominio.

Quello che stiamo facendo attivamente in MarkMonitor, da un po’ di tempo a questa parte, è lavorare con i nostri clienti per ottimizzare e ripulire i dati WHOIS per prepararsi ai nuovi requisiti GDPR. In poche parole, la migliore pratica quando si tratta di inserire dati su WHOIS, consiste nel non utilizzare mai informazioni personali, ma piuttosto informazioni relative al ruolo, come Domain Administrator o domainadmin@companyname.com. Ciò elimina la necessità di continuare a modificare le informazioni su WHOIS quando il nome della persona fisica menzionata nel dominio dovesse lasciare l’azienda, evitando così il rischio che gli avvisi di rinnovo vengano persi perché indirizzati a caselle e-mail non più attive portando, quindi, alla scadenza involontaria dei domini.

Ma cosa ha a che fare questo con la Brexit? Questo esercizio di revisione è stato utile per i nostri clienti, che ora hanno un’idea più chiara di quali domini possiedono, in particolare per i domini .eu. Ciò significa che se la situazione di distacco del Regno Unito si dovesse sviluppare ulteriormente, i nostri clienti sarebbero in una miglior posizione per continuare a mantenere i requisiti di conformità.

È fondamentale ricordare che in questo momento c’è ancora molta incertezza su come saranno influenzati esattamente i domini. Potrebbero esserci degli imprevisti nell’accordo della Brexit, o essere messi in atto processi differenti. Come affermato nella comunicazione della Commissione Europea: “…tali informazioni sono soggette ad eventuali accordi transitori che potrebbero essere contenuti in un eventuale accordo di ritiro, negoziazione in corso al momento tra il Regno Unito e la Commissione Europea”.

Al momento , continueremo a seguire da vicino gli sviluppi, assistendo i nostri clienti nel rimanere conformi, assicurandoci di non tralasciare nessun dettaglio.