Cresce l’esigenza di valorizzazione delle risorse interne, alla ricerca di una nuova cultura aziendale

La scuola dell’innovazione di Talent Garden e BearingPoint Italy, in collaborazione con Talentsoft, hanno pubblicato la prima edizione nazionale della ricerca “La Digital Transformation nella gestione delle risorse umane”, con il coinvolgimento di oltre 600 aziende italiane. Ne emerge che la Digital Transformation è vista come grande opportunità per rimettere le persone al centro delle imprese.

Alessandro Rimassa, co-founder e CEO di Innovation School, ha commentato: “Prima di essere software, applicazioni, programmi e soluzioni, la digitalizzazione è ridefinizione dei processi, riassetto degli equilibri, introduzione di nuove figure e ruoli, evoluzione delle competenze; in questo contesto, se da sempre l’evoluzione tecnologica accelera il cambiamento, emerge con grande chiarezza che impatta più che proporzionalmente sull’amplificazione delle competenze dell’HR e, quindi, ne definisce la sempre maggior strategicità del ruolo guida del cambiamento. Tuttavia siamo ancora all’inizio della rivoluzione, c’è molto da imparare e da mettere in atto sul fronte della formazione e del cambiamento culturale”.

Di seguito il risultato della survey condotta nel primo trimestre 2018.

HR leader del cambiamento

Dalla ricerca emerge la consapevolezza che l’HR dovrà assumere sempre più il ruolo di leader, direttamente al fianco del CEO, nel processo di trasformazione digitale. Per il 61% degli intervistati, infatti, l’HR dovrà assumere il ruolo di change leader del futuro. Una guida di cui si sente sempre più bisogno perché, se è vero che aumenta la consapevolezza della necessità della trasformazione e per il 35% degli intervistati è chiaro che questa debba passare da un cambio culturale, è anche vero che regna ancora molta confusione e ben il 54% dichiara che la propria azienda non abbia una chiara strategia di People Digital Transformation e una guida forte. Un dato che sembra sottolineare quanto sul fronte dell’evoluzione digitale all’interno delle organizzazioni, ci sia ancora da fare: si riscontra ancora un quadro generale di immaturità digitale, lentezza, paura del cambiamento, incapacità di comprendere le priorità e l’innovazione.

In un contesto in cui si percepisce con chiarezza la necessità di ridefinire l’approccio al lavoro e di sviluppare le competenze, è evidente che non basta inserire nuovi talenti ma occorre coinvolgere complessivamente tutta l’azienda per ridefinirne l’approccio culturale. Da qui la necessità espressa dal 59% degli intervistati di un cambiamento in primis per la figura chiave della trasformazione, ossia l’HR, che deve uscire da un contesto spesso ancora troppo marginale e limitato ad attività di implementazione operativa acquisendo centralità e nuove skill strategiche.

Tendenze tecnologiche: l’importante è evolversi

Per gli intervistati saranno Intelligenza Artificiale e Machine Learning i trend tecnologici più rilevanti del prossimo futuro (70%), seguiti dall’Internet of Things (45%), uso degli analytics (41%) e cloud (30%). Dati che evidenziano un’evoluzione della visione aziendale e la crescente introduzione di innovazioni fino a poco tempo fa ritenute rivoluzionarie, e che oggi si inizia a considerare quali normali strumenti di lavoro. Non meno importante la dimensione social delle nuove tecnologie: dalle risposte si evidenzia come i social media aziendali, i tool di social collaboration e digital gamification, nonché le piattaforme di servizi HR saranno gli strumenti più importanti dei prossimi tre anni.

Le persone vero motore del cambiamento

Se è vero che trend e tecnologie sono in veloce evoluzione, è però evidente che il reale motore della trasformazione saranno le persone. Diverse le visioni sull’approccio alla riorganizzazione che questo richiede: il 43% dei Top Manager è convinto che servano consulenti esterni, mentre gli HR tendono a privilegiare la valorizzazione delle risorse interne, formandole e ampliando le loro competenze. Su questo risulta cruciale l’evoluzione delle metodologie formative che vedono lezioni frontali e e-learning sempre più superate, specie tra i giovani, a favore di metodologie di Open Innovation, caldeggiate dal 58% degli HR. Forte, con un 39% anche l’indicazione di utilità su contenuti ispirazionali, come esperienze dirette e workshop applicativi, considerati efficaci per stimolare il cambio culturale.

Facendo un ulteriore focus sul tipo di aggiornamento ritenuto necessario in termini di hard skill e soft skill, tra le prime il 44% degli intervistati indica il social media management come indispensabile, così come il 43% indica la data analysis e il 34% il content marketing; dati che sottolineano la consapevolezza dell’importanza della comunicazione e di un approccio data driven. Per le soft skill, invece, spiccano il pensiero critico, l’approccio umano centrico e l’intelligenza emozionale ma, in un contesto così articolato, per il 58% degli HR la competenza determinante sarà risolvere problemi complessi. Un aspetto che richiede la capacità di lavoro in team con un approccio agile e centrato sulla persona.

Nuovi ruoli: si assumono analisti e specialisti di digital marketing

Le figure di punta che le aziende ritengono di dover inserire o stanno già inserendo sono gli analisti e gli specialisti di digital marketing e comunicazione. Gli specialisti verticali come User Experience Designer e Sviluppatori di app rimangono importanti, ma sembra non sia ancora percepito come strettamente necessario averne una squadra interna di Digital Transformation. Alcune aziende stanno inserendo Digital HR (10%), un dato già significativo perché parliamo di una novità quasi assoluta nel panorama italiano.