A livello mondiale, il 35% delle imprese teme per la sua stessa sopravvivenza

A sole 5 settimane dal 25 maggio, e più di mille decision maker aziendali intervistati in Europa e Stati Uniti, sono preoccupati per l’avvicinarsi della scadenza per l’adeguamento al GDPR. Lo rivela una ricerca globale di NetApp: un terzo degli intervistati afferma infatti che la non conformità con il GDPR mette in pericolo la sopravvivenza della propria attività, mentre due terzi hanno espresso una forte preoccupazione sul raggiungimento della conformità entro la scadenza.

I principali risultati evidenziano che:

  • Elevati livelli di consapevolezza: le imprese considerano una seria minaccia le sanzioni per la non conformità

    A poco meno di 40 giorni dalla scadenza, le aziende sono ormai ben consapevoli di quale sarà l’impatto per la non conformità. Oltre un terzo (35%) dei responsabili IT a livello globale afferma che le sanzioni finanziarie potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza delle loro imprese. Questo numero è ancora più elevato negli Stati Uniti (40%) e nel Regno Unito (41%), mentre sono preoccupati della stessa cosa il 34% dei francesi e il 26% degli intervistati tedeschi.

    Gli intervistati hanno condiviso anche le proprie opinioni su potenziali danni alla reputazione. Questa preoccupazione è più pressante nel Regno Unito, dove il 56% degli intervistati afferma che l’impatto della non conformità causerà danni alla reputazione della propria azienda, seguito dagli Stati Uniti con il 52%, dalla Francia con il 49% e dalla Germania con il 45%.

  • Preparazione al GDPR: prevalgono le preoccupazioni sulla scadenza

    La scadenza del GDPR si applica a tutte le imprese che trattano dati personali di cittadini UE, innescando alti livelli di preoccupazione tra i responsabili IT globali; Il 67% pensa che le proprie attività potrebbero non essere conformi fino a dopo la scadenza. I responsabili statunitensi sono i meno ottimisti, con oltre tre quarti (76%) che esprimono un certo livello di preoccupazione riguardo alla capacità della propria azienda di rispettare la scadenza. In Europa, quasi i due terzi (64%) esprimono preoccupazione – un numero che è diminuito solo del 9% negli ultimi 15 mesi: in un precedente sondaggio NetApp dell’inizio del 2017, il 73% degli intervistati in Europa aveva espresso la stessa preoccupazione. La spinta a prepararsi ulteriormente prima della scadenza è molto elevata, con molte aziende che stanno lavorando per risolvere questi problemi.

  • C’è ancora tempo per migliorare, ma la mancanza di consapevolezza su dove siano archiviati i propri dati aggiunge ulteriore preoccupazione

    Secondo il GDPR, ogni azienda che abbia a che fare con i dati personali di un cittadino UE deve sapere dove sono conservati i propri dati in ogni momento. Questa conoscenza è il primo passo verso la conformità al GDPR. Tuttavia, il sondaggio mostra che, globalmente, questi livelli di conoscenza sono bassi, con solo il 40% degli intervistati che afferma di poter dire con sicurezza dove sono memorizzati tutti i propri dati. Gli intervistati americani sono i più consapevoli (52%), mentre in Europa la percentuale è molto più bassa (solo il 35%) – solo del 10% più alta rispetto ai risultati dell’indagine di NetApp del 2017.

Alexander Wallner, Senior Vice President e General Manager di NetApp EMEA, afferma: “Sappiamo da tempo che il GDPR sta per arrivare e speravo che il livello di preoccupazione tra le aziende fosse ormai minimo. Dal sondaggio emerge invece che non è così, anche se il GDPR e le questioni sulla conformità dei dati e sulla privacy incideranno indubbiamente sulle imprese che hanno a che fare con dati di cittadini UE. Ma ci sono buone notizie, nonostante la scadenza imminente: l’intero ecosistema della gestione dei dati deve adattarsi ai requisiti del GDPR, dai rivenditori, ai fornitori di cloud, alle imprese produttrici. Le aziende possono pertanto sfruttare questa competenza, creando risorse condivise e business a prova di futuro con con una gestione dei dati conforme al GDPR”.

Il sondaggio, completato da Opinion Matters nel marzo 2018, ha coinvolto 1.106 dirigenti, CIO, responsabili IT o altri responsabili coinvolti nelle decisioni di acquisto IT di aziende con 100 o più dipendenti.