Questo tipo di cyber attacco consuma le risorse del server riducendo la produttività aziendale

A seguito della grande diffusione delle criptovalute e dell’aumento del loro valore, gli hacker hanno iniziato a sfruttare le CPU delle loro vittime per attività di mining. Secondo i dati di febbraio di Check Point Software Technologies, gli attacchi di tipo criptojacking hanno raggiunto una quota impressionante.

La piaga del mining di criptovalute sta influenzando le aziende di tutto il mondo in tre modi:

  • consumando preziose risorse del server
  • riducendo la produttività dell’utente
  • producendo un impatto negativo sulla reputazione aziendale e sulla soddisfazione del cliente

Check Point Software Technologies segnala le quattro tecniche fondamentali che le organizzazioni possono adottare per prevenire efficacemente gli attacchi di mining:

  1. Aggiornamento di tutti i sistemi e le applicazioni

    L’installazione di una patch è sempre una buona pratica, e può aiutare a prevenire molti attacchi di mining e non solo. Se non lo si fa già, è necessario implementare processi di patching solidi e completi nell’ambiente IT.

    Sfortunatamente, però, raggiungere il 100% di patching e hardening in tempo reale di tutti i sistemi è irrealizzabile per la maggior parte delle organizzazioni. Inoltre, le patch non possono proteggere dagli attacchi che sfruttano vulnerabilità sconosciute o zero-day.

  2. Implementare patch virtuali con un sistema di IPS

    La tecnologia Intrusion Prevention Ssystem fornisce un livello di patch virtuale a tutti i sistemi, i server e gli endpoint aziendali. Un IPS efficace può prevenire la stragrande maggioranza degli attacchi di mining bloccando i tentativi di sfruttamento dei sistemi, anche se non sono completamente protetti dalle patch.

  3. Utilizzo di protezioni avanzate contro gli attacchi zero-day

    Un recente studio condotto da Check Point ha scoperto che un singolo hacker ha guadagnato 3 milioni di dollari tramite il mining di Monero. Questi guadagni inattesi portano a utilizzare tecniche hacker sempre più sofisticate. In effetti, si può vedere un chiaro trend di questi attacchi, i quali diventano più difficili da rilevare e prevenire attraverso l’uso di protezioni convenzionali.

    La prevenzione più forte si basa su tecnologie come il sandboxing, che non richiede firme e può identificare qualsiasi malware sconosciuto e zero-day, incluso il malware per il mining più evasivo.

  4. Proteggere gli asset cloud

    Gli attacchi di mining potrebbero colpire anche i server cloud. La capacità di auto-scaling del cloud si adegua perfettamente all’infinita sete di potenza della CPU dell’hacker. Dato che un malware di mining consuma tutta la potenza disponibile della CPU, la piattaforma cloud genererà automaticamente più istanze, consentendo all’infezione di ottenere un’enorme scalabilità a spese della vittima. Tutte le protezioni sopra menzionate sono applicabili anche agli ambienti cloud.

    Il cloud apre però ulteriori vettori di attacco: il recente attacco di mining ai server cloud di Uber è stato, infatti, ottenuto utilizzando un’acquisizione dell’account. I dati della ricerca di Check Point mostrano che il 54% delle violazioni del cloud iniziano in questo modo.

    Attraverso questo tipo di attacco, gli account cloud vengono violati dagli hacker che ottengono o indovinano le credenziali di accesso. Una volta che un utente malintenzionato ha le credenziali del cloud, è facile per lui infettarlo con dei malware di mining (o qualsiasi altro).