Questo perché alle macchine manca la curiosità

intelligenza artificiale e sicurezza

Angelo Tenconi, Senior Presales Director South EMEA

Siamo nell’era dell’Analytics Economy, dove i dati, le persone e le macchine lavorano insieme per accelerare il passo dell’innovazione. Dove gli Analytics sono ovunque, in ogni aspetto della nostra vita privata e lavorativa. Dove l’intelligenza artificiale ha grandi potenzialità e sta già condizionando ogni momento delle nostre giornate.

Secondo IDC, la spesa delle imprese in tecnologie AI raggiungerà i 47 miliardi di dollari nel 2020, un’esplosione che rivoluziona l’approccio delle aziende nei confronti di dati, mercato e clienti. Vedremo sistemi sempre più intelligenti interagire tra loro, tecnologie che non saranno solo in grado di raccogliere informazioni, ma anche di apprendere da queste. Gli oggetti diventano sempre più intelligenti, e grazie al nuovo legame tra design e intelligenza artificiale, la loro intelligenza si trasforma in capacità di interazione con gli utenti. Perché ogni trasformazione non si basa solo su investimenti in nuove tecnologie o rivisitazione dei processi. Si basa soprattutto sulle abitudini delle persone.

Quante volte ci capita di avere le mani impegnate e affidare al comando vocale del nostro smartphone l’avvio di un’applicazione? E quante volte abbiamo visto durante le nostre ricerche online quell’oggetto che non stavamo cercando, ma che in realtà era tra i nostri desideri? Oggi dalla tecnologia ci aspettiamo molto. Diamo per scontato che possa fornirci quello di cui abbiamo bisogno, quello che stiamo cercando. In ogni momento.  

I progressi nell’utilizzo delle tecniche di AI basate sul machine learning ci hanno permesso di creare macchine che possono imparare, capire e fare valutazioni basate sulle informazioni che noi forniamo loro. Sono in grado di ingerire grandi quantità di informazioni, estrarre le caratteristiche chiave, determinare un metodo di analisi e produrre un riscontro intelligente attraverso un processo automatizzato, il tutto con una minima, ma fondamentale, influenza umana. Ma cosa c’entra ancora l’uomo se tutto è automatizzato e intelligente? Se consideriamo la concezione umana che abbiamo di intelligenza, allora è evidente che questi sistemi non sono realmente intelligenti. Questi sistemi non hanno il “pensiero creativo”, non hanno un’indole che spinga verso l’innovazione, ma soprattutto non hanno la curiosità. È per questo che alla base della rivoluzione in cui l’intelligenza artificiale diventa protagonista, ci sarà sempre l’uomo.

Fonte: Itasascom