Un premio di 5 milioni di euro per sviluppare soluzioni innovative in campo sociale utilizzando la tecnologia blockchain

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Blockchain for Social Good”, ha riunito politici, ricercatori, startup, rappresentanti del mondo accademico e delle fondazioni intorno al tema della blockchain e delle sue potenziali applicazioni in campo sociale, organizzato da Nesta Italia, Città di Torino, e Università di Torino, in collaborazione con Commissione Europea, Città di Milano, UK Government Science and Innovation Network in Italy, Open Incet, Consorzio TOP-IX e Boosting Social Innovation.

Il concorso è aperto a tutti, privati, enti giuridici, organizzazioni internazionali e il premio di 5 milioni di euro, promosso dalla Commissione Europea per sviluppare soluzioni innovative, efficienti e ad alto impatto sociale utilizzando la tecnologia della blockchain, verrà assegnato (alla chiusura del concorso, indicativamente a fine 2019) al concorrente che, secondo il giudizio della giuria, dimostrerà di aver trovato una soluzione innovativa alle sfide della sostenibilità globale e locale, che produca un cambiamento sociale positivo attraverso l’applicazione della blockchain e che soddisfi al meglio alcuni criteri cumulativi, tra cui: alto impatto sociale (ovvero quali comunità e quanti utenti verranno effettivamente coinvolti), trasparenza del processo, fattibilità e fruibilità, convenienza (non solo come costi, ma anche come consumo di risorse energetiche), affidabilità, sicurezza e sostenibilità ambientale.

Dopo il lancio del premio sono stati presentati alcuni esempi di successo di applicazioni della blockchain nelle città e si sono alternati diversi dibattiti e approfondimenti sulla blockchain e Nesta Italia, nata da una collaborazione fra Nesta, fondazione filantropica di portata globale con sede a Londra, e la Compagnia di San Paolo, una delle maggiori fondazioni private in Europa, ha prodotto un vademecum divulgativo che spiega cos’è la Blockchain e quali sono le sue applicazioni in ambito non finanziario.

La blockchain (“catena a blocchi”) ha caratteristiche innovative che rappresentano una sorta di vera e propria rivoluzione – paragonabile a quella dei social network sulle relazioni interpersonali – e sta gettando le basi per la crescita economica del prossimo secolo, non solo nel settore economico e finanziario (dov’è ampiamente impiegata per tenere traccia delle transazioni), ma nella società nel suo complesso. Fondamentalmente, la blockchain è una tecnologia (più correttamente un nuovo paradigma per la gestione delle informazioni) che permette la creazione e gestione di un grande database (come quelli utilizzati da Facebook, Twitter, Uber o come i registri condivisi utilizzati dai servizi sanitari, le forze di polizia, le banche) per la gestione di transazioni condivise da tutte le parti che operano all’interno di una “rete distribuita” di computer, eliminando definitivamente la necessità di un controllo da terze parti “fidate”. Oltre ai settori finanziario, economico e bancario, la blockchain può trovare applicazioni anche in altri ambiti, tra cui: l’assicurativo, dei pagamenti digitali, l’agroalimentare, nell’Industria 4.0, nella pubblica amministrazione, nella sanità, nel retail, nell’ambito degli aiuti umanitari, nella registrazione di atti notarili e molti altri. Fino a oggi sono stati investiti nella blockchain (attraverso il finanziamento di oltre 120 startup collegate allo sviluppo e applicazione di questa tecnologia) circa 1 miliardo di dollari, il 70% dei quali fuori dall’Europa, continente in cui l’Inghilterra è il Paese capofila.

“Siamo orgogliosi di essere tra i promotori dell’evento Blockchain for Social Good, primo in Italia di questa portata e di grande importanza e attrazione per esperti e istituzioni internazionali –afferma Marco Zappalorto, Direttore di Nesta Italia -. Come Nesta stiamo seguendo ormai da qualche anno gli sviluppi e il potenziale di questa tecnologia e nei primi mesi della nostra attività in Italia ci impegneremo a valutare le applicazioni della blockchain che possano avere un impatto sociale positivo.”

Una pubblica amministrazione efficiente, trasparente, digitale e innovativa è un volano per città e nazioni – dichiara Paola Pisano, Assessore all’Innovazione e Smart City del Comune di Torino -. Per questo motivo la Città di Torino lavora ogni giorno per migliorare i processi amministrativi, aumentare la trasparenza e l’efficienza grazie all’applicazione di nuove tecnologie come la Blockchain. Oggi con questo evento inauguriamo anche un formato che vogliamo utilizzare ogni qual volta partiranno progetti di innovazione nella nostra città: esperti nazionali e internazionali provenienti da Università, istituzioni e mondo delle aziende illustreranno la tecnologia mentre start up, aziende e comuni descriveranno i primi esperimenti applicativi. Mi fa davvero piacere l’entusiasmo e la competenza che sul tema abbiamo riscontrato sul nostro territorio: la voglia di sperimentare insieme nuovi modelli di applicazione e nuove tecnologie candida la nostra città a laboratorio di sperimentazione e a riferimento per molte città europee”.

La giornata di oggi su Blockchain for Social Good nasce anche dalla collaborazione fra Università e territorio all’interno del progetto Europeo Co-city vinto sul bando Urban Innovative Action” -afferma, Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università degli Studi di Torino -. “Lo scopo del progetto è la sperimentazione di un nuovo modello di welfare sociale per contrastare gli effetti della crisi finanziaria. Il modello è basato sulla promozione di commons urbani, spazi condivisi dove i cittadini andranno a collaborare con la Città per la creazione di servizi sociali. Oltre al social network locale FirstLife, fra i vari strumenti per supportare la sostenibilità di questo modello basato su commons, l’Università sperimenterà una app che fa da portafoglio virtuale, cioè un wallet blockchain per trasferire come incentivo ai commoners gettoni virtuali (tokens) che possono rappresentare buoni sconto, tessere punti, crowdfunding e altri strumenti finanziari locali, fino anche ad una moneta locale, che i cittadini potranno usare presso reti di esercenti o presso servizi pubblici“.