Ad avere successo non sarà un’impresa in cui l’innovazione fa parte delle priorità aziendali, ma sempre di più una in cui il maggior numero possibile di dipendenti è impegnato a sperimentare ed esplorare tutte le possibilità, giorno dopo giorno.

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La longevità delle aziende non è più scontata. “Cavarsela con i soliti metodi” non è più possibile nel contesto attuale, caratterizzato da mutamenti profondi: basti pensare al 50% delle aziende incluse nella classifica Fortune 500, eliminate dalla lista a partire dal 2000. Le modalità di lavoro aziendali stanno subendo delle trasformazioni radicali, dalle esigenze dei clienti all’iper-personalizzazione e all’accesso immediato, passando per le possibilità di avviare partnership inedite per conquistare nuovi mercati.

Ma questa rapidità e agilità non è certo priva di rischi. Una paura endemica del fallimento impedisce a troppe aziende di esplorare non solo nuove opportunità economiche, ma anche tecnologie digitali innovative e convincenti. Come fanno le aziende ad accogliere il cambiamento senza assumersi rischi inaccettabili?

Vince Padua, VP responsabile dell’Innovazione, Tecnologia e Design delle Piattaforme per Axway, illustra l’importanza di una cultura della sperimentazione in tutti i settori aziendali.

Dimostrare in anticipo è impossibile

Dove comincia l’innovazione? In troppe imprese l’innovazione, spesso presentata come strategia di trasformazione digitale, sembra una priorità, eppure la realtà è ben diversa. Si tende a invidiare le grandi aziende, con budget consistenti e dotate di team appositamente dedicati all’innovazione. Tuttavia il problema non è la mancanza di risorse, ma la mentalità.

Avere persone che riflettono in modo creativo sulle opportunità commerciali non basta se l’azienda stessa non comprende davvero l’innovazione. Se la reazione a qualsiasi idea nuova è “Dimostralo!”, allora i manager sono fuori strada. Chiedere di “dimostrare” impedisce l’innovazione, poiché indica che l’azienda sta cercando in realtà un risultato prevedibile. Non desidera l’innovazione, ma un progresso incrementale che segua l’attuale andamento del business, una conferma del vecchio adagio per cui “ciò che ha permesso il successo in passato continuerà a funzionare”. Non solo tale convinzione è errata nell’economia odierna, alle prese con trasformazioni radicali, ma non è di certo un’innovazione.

L’innovazione non è una linea retta, ma è fatta di tentativi ed errori. Questo approccio richiede test e sperimentazioni. La sperimentazione non garantisce un successo certo né un risultato prevedibile; si basa su un’idea, una teoria, che può rivelarsi esatta o meno. Ma sono proprio questi continui successi o fallimenti che consentono all’azienda di innovare e progredire davvero. 

Una mentalità improntata alla sperimentazione

La sperimentazione impone di cambiare mentalità, culture e comportamenti, ma non richiede investimenti significativi o team specifici. Anzi. Tutti i dipendenti dovrebbero essere incoraggiati a sperimentare, dal marketing manager che condivide a pranzo la simulazione di una nuova idea per una campagna pubblicitaria con i colleghi che non fanno parte del dipartimento marketing, al team e-commerce che utilizza un test A/B per determinare la migliore posizione di un’immagine su un sito.

Perché assumere soltanto un costoso team dedito all’innovazione, mentre il resto dei dipendenti continua ad applicare i soliti metodi, quando invece tutta l’azienda potrebbe sperimentare di continuo nuove idee e teorie praticamente a costo zero? Dai prototipi alle simulazioni, passando per le API per testare nuove idee su piccoli gruppi, esistono opportunità per sperimentare in qualsiasi settore dell’azienda, ogni giorno. Il cambiamento vero consiste nell’autorizzare i dipendenti a sperimentare.

Se la cultura aziendale si fonda sulla sperimentazione, i comportamenti individuali mutano in modo radicale. Tutti si sentono in diritto di testare nuove idee senza aver paura di fallire. Cosa succede se si semplifica il processo di acquisizione dei clienti, fornendo 8 informazioni anziché 12? Si può testare questo nuovo sistema su 100 clienti e vedere se i tassi di conversione migliorano. In tal caso, si continua a testare ancora questo processo su 200 clienti per osservare eventuali aumenti progressivi.  Questo esempio dimostra che un test poco costoso e di dimensioni contenute può portare a miglioramenti significativi. O magari non produrrà nessun risultato. L’importante è provare.

Tentativi ed errori

Con la giusta cultura aziendale è facile cominciare a esplorare delle tecnologie che incoraggino un approccio sperimentale. Ad esempio, un’azienda che pensa di adattare un gioco ideato con successo per Apple al sistema operativo Android per espandere il proprio mercato si preoccupa di solito dei costi e delle risorse per lo sviluppo, necessari per proporre il prodotto sulla nuova piattaforma. E tali timori emergono prima di qualsiasi altra considerazione riguardante lo sviluppo dei mercati.

Scegliere se far funzionare l’applicazione su Android in modo nativo grazie ad Android SDK o optare per la portabilità su Android OS e la sua infrastruttura è una decisione importante e rischiosa. In caso di errore la performance deludente del gioco su Android potrebbe non solo demolirne le potenzialità sul nuovo mercato, ma anche inficiarne la credibilità presso i fan esistenti che lo utilizzano su Apple. I più recenti kit di strumenti per lo sviluppo di applicazioni consentono invece di effettuare l’operazione di scrittura una volta sola e far funzionare il gioco ovunque. Ciò elimina tutte le preoccupazioni relative allo sviluppo e permette all’azienda di testare la qualità dell’applicazione su un piccolo gruppo prima di investire somme ingenti nello sviluppo per il mercato Android.

Allo stesso modo, molte aziende dispongono di dati che potrebbero forse avere un grande valore per un pubblico nuovo, a livello interno o esterno, ma temono di sperimentare tale teoria a causa dei costi e del tempo richiesti per la codifica fissa dell’integrazione su misura. Anche se il test avesse un esito positivo, infatti, tale approccio personalizzato non sarebbe ripetibile, poiché replicare l’esperimento su scala implicherebbe un altro sviluppo complesso e dispendioso in termini di tempo. Utilizzando un’API è facile condurre un esperimento per permettere agli utenti di avere accesso ai dati. Se tale test funziona, consentire l’accesso a un numero maggiore di persone o su dispositivi mobili, persino a un sito, necessita solo di una modifica alle policy che definiscono le modalità di esposizione, gestione e sicurezza dell’API.  Se invece l’esito è negativo, o sono necessari dati diversi, fornire agli utenti tali dati è anche in questo caso un processo rapido e semplice, che può essere svolto da qualsiasi sviluppatore. Questa strategia è poco costosa, veloce e soprattutto ripetibile.

Conclusioni

L’innovazione è certo un fattore chiave per la crescita aziendale, ma la sperimentazione è alla base dell’innovazione. Senza una cultura interna improntata alla sperimentazione, un’azienda cercherà solo di seguire gli stessi modelli applicati in passato, aumentandone semplicemente un po’ la velocità o l’efficienza. Dove sono allora le nuove Customer Experience Network, le collaborazioni inedite che contribuiscono sempre più al successo di un’impresa?

La sperimentazione dev’essere radicata in tutte le attività quotidiane dell’azienda e non limitata a un dipartimento specifico o al “team responsabile per l’innovazione”. Il cambiamento si verificherà quando tutti i dipendenti si sentiranno autorizzati a prendere in considerazione modi innovativi per favorire un maggiore adattamento, grande o piccolo che sia, al mercato o alle esigenze dei clienti. Ad avere successo non sarà quindi un’impresa in cui l’innovazione fa parte delle priorità aziendali, ma sempre di più una in cui il maggior numero possibile di dipendenti è impegnato a sperimentare ed esplorare tutte le possibilità, giorno dopo giorno.