Gli aspetti giuslavoristici come leva per la competitività

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Tutte le aziende che operano a livello globale si trovano ad affrontare la sfida della digitalizzazione e l’applicazione dell’intelligenza artificiale. In questo contesto, contribuiscono in modo profondo all’innovazione dei processi produttivi e organizzativi anche le novità normative nell’ambito del diritto del lavoro, quali ad esempio gli interventi in tema di controllo a distanza; le attività necessarie all’adeguamento al regolamento europeo sulla privacy; la regolamentazione del lavoro agile. Di questi temi si è recentemente discusso a Milano nella tavola rotonda Il futuro del lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale, nell’ambito dell’European HR Directors Summit 2017 on Future of Work.

«Gli interventi del Governo sul diritto del lavoro, hanno dato alle aziende la possibilità di cogliere con maggiore efficienza le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per essere più competitive sia in Italia che a livello internazionale, dove erano fortemente penalizzate da un quadro normativo obsoleto – ha detto l’avvocato Franco Toffoletto, managing partner di Toffoletto De Luca Tamajo e Soci -. Basti pensare al vantaggio competitivo ed economico dato dalla possibilità per le aziende di utilizzare gli strumenti digitali di lavoro per raccogliere informazioni e effettuare una big data analysis che consenta di misurare le performance e monitorare l’andamento dell’attività lavorativa al fine di intervenire prontamente dove viene identificata un’inefficienza. Un’opportunità che prima delle modifiche apportate all’articolo 4 dello statuto dei lavoratori non era assolutamente pensabile e che ora è possibile grazie ad una semplice, ma ben scritta, policy interna e da un’informativa ai propri dipendenti

Da un punto di vista strettamente pratico, ciascuno di questi interventi – dall’articolo 4 Stat. Lav. alle procedure per utilizzare lo smart working – necessita di alcuni accorgimenti per la predisposizione di tutti i documenti e le buone pratiche che un’azienda deve mettere in atto.

«La regolamentazione del lavoro agile, per esempio, ha finalmente fornito un quadro normativo preciso per la sua utilizzazione – continua l’avvocato Toffoletto. – Alla base vi è un accordo scritto tra le parti. Tuttavia, dal momento che per svolgere l’attività lavorativa verranno sicuramente impiegati degli strumenti informatici, lo smart working non potrà mai essere messo in pratica se a monte l’azienda non avrà messo a punto la policy sull’utilizzo di tutti questi device, oltre all’informativa sui rischi in materia di sicurezza sul lavoro e il profilo disciplinare.»

Un altro aspetto con cui le aziende si devono confrontare, è il nuovo regolamento europeo sulla privacy che verrà applicato ufficialmente nel maggio 2018 e che implica conseguenze pratiche sotto il profilo degli adempimenti richiesti alle imprese che dei rischi di pesanti sanzioni per la violazione delle norme. Ogni società dovrà regolamentare e gestire in anticipo con un modello efficace e verificabile tutti i flussi di dati che vengono immagazzinati e i fini per cui sono trattati.

Per tutte queste nuove esigenze sarà importante affidarsi ad un consulente che si occupi di avviare un processo di analisi della situazione, individui i potenziali rischi e suggerisca le migliori raccomandazioni per istituire best practice e procedure. Per questo Toffoletto De Luca Tamajo e Soci ha creato dei prodotti ad hoc per le aziende, dei team dedicati – fra cui Procedure articolo 4, Privacy e Smart Working – che offrono servizi specifici più efficienti e ad alto valore aggiunto, con una qualità molto elevata, a un costo preciso e predefinito per il cliente.