Uno dei più grandi problemi del nostro paese è il digital divide e la copertura della connessione adsl. A che punto siamo nel risolverlo?

Avere la possibilità di scegliere tra le migliori offerte adsl e avere così una connessione veloce e stabile non è soltanto bello, è anche molto importante per tanti motivi. Il fenomeno contrario si chiama digital divide, che in italiano si traduce letteralmente con “divario digitale”, e comporta che una parte di popolazione non ha le stesse possibilità, se non ne è del tutto priva, di connettersi a internet con la banda larga che ha l’altra parte di popolazione. È un problema molto grosso, soprattutto in paesi che hanno già grosse differenze economiche al loro interno, esattamente come l’Italia. E l’Italia è proprio uno dei paesi europei che soffre di più di questo male e sta cercando di guarire. Ma cosa comporta il digital divide? E qual è la situazione attuale?

Perchè il digital divide è un male?

I più grandi benefici che porta internet sono sicuramente in campo economico e professionale. Un’azienda connessa a internet è sicuramente molto avantaggiata rispetto a una che non lo è per le possibilità che ha nell’organizzazione interna, nel fare videoconferenze, nel condividere in poco tempo file con clienti o fornitori, nel proporre servizi all’avanguardia e nel vendere online quando è possibile.

Ma una connessione veloce e stabile, data dalla presenza della cosiddetta banda larga, è importante anche per enti e amministrazioni pubbliche per erogare servizi più velocemente e spendendo meno ed è molto importante per scuole e università. Insomma, il non poter accedere a internet è un problema per tutti, anche nell’ambito domestico: non solo per scopi ludici, ma anche per cose serie come l’istruzione o l’home banking. Internet ha reso la vita più facile e meno costosa per tutti, o quasi.

Per molti è così importante che viene considerato un diritto costituzionale, soprattutto se rapportato all’Articolo 3 della Costituzione Italiana che vuole rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. C’è anche chi ha proposto di aggiungere un Articolo che disponga proprio il diritto di accedere a internet.

Il digital divide esiste sostanzialmente per ragioni economiche: l’ADSL arriva nelle case attraverso infrastrutture via cavo che, in certe zone, soprattutto in montagna, richiedono grossi investimenti e tempistiche molto larghe che portano i provider a pensare che il gioco non valga la candela. Con il riferimento alla Costituzione, molti pensano che in quei casi sia lo stato a dover risolvere la questione. Di recente, in ogni caso, TIM ha iniziato un grosso piano di investimenti chiamato “Progetto anti digital divide” per raggiungere anche le zone più remote del nostro paese, mentre Vodafone ha investito oltre un miliardo nel “Progetto 1.000 comuni”. Probabilmente non finiranno qui i progetti perchè il Governo ha annunciato altri accordi con privati per cercare di risolvere il problema.

La situazione attuale in Italia

Secondo uno studio dell’osservatorio di Between SPA, dei 90 distretti principali, solo il 19% delle aziende ha accesso alla banda ultra-larga, con velocità in download superiore a 30Mbit/s; il 16%, invece, non raggiunge la connessione a 20Mbit/s. La velocità media di connessione raggiunta è di appena 4,7Mbit/s.

Ad oggi il 40,3% degli italiani non ha accesso alla banda larga. La media dei Paesi dell’Unione Europea delle aree servite dalla connessione ultraveloce ha superato il 50% della popolazione, mentre il nostro Paese è ancora fermo al 20%.

Qualcosa però si sta muovendo: Il Governo è invece intervenuto con il decreto-sblocca Italia introducendo un credito di imposta del 30% del costo dell’investimento a favore degli operatori che decidessero di investire nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato”. Il Consiglio dei Ministri ha inoltre da poco approvato il Piano nazionale Banda ultralarga e il Piano Crescita Digitale: l’obiettivo è quello di estendere la connessione a 100 Mbps al 50% della popolazione, mentre per la restante metà si vorrebbe raggiungere almeno la velocità di 30 Mbps entro il 2020.