Si riduce la propensione ad investire tra le piccole e le medie imprese più sensibili alla ripresa dei consumi interni

L’Indice Ifiit riguardante la fiducia sugli investimenti si stabilizza poco sopra i 35 punti (a 35,2) confermando un clima di attesa e di prudenza da parte della platea degli imprenditori intervistati. L’indicatore è sceso leggermente, ma senza particolari scossoni, in linea con l’atteggiamento degli ultimi mesi dell’anno scorso.

Si riduce la propensione ad investire tra le piccole e le medie imprese più sensibili alla ripresa dei consumi interni. Aumenta invece tra le industrie più esposte sul lato delle esportazioni (in particolare per l’area del Nord-America, Messico compreso). Difesa, automotive, aeronautica, biotech: questi i comparti dove resta molto elevata la propensione ad investire in aumento della competitività e della qualità produttiva.

Ancora in linea di conformità all’indice generale i comparti tradizionali del made in Italy (il metalmeccanico, la moda e il legno-arredamento). Qualche segnale di risveglio per il comparto agro-alimentare, nelle regioni del Centro e del Centro-Nord, ma anche per alcune aree del meridione. Invariata invece la propensione del segmento bancario-assicurativo, tranne alcune eccezioni di massima spinta sull’innovazione IT. Poco sotto il valore medio dell’indice si attestano i comparti tessile e della chimica, mentre perdurano le criticità nel commercio, nell’edilizia e nel turismo.

A livello geografico, è sempre la la Lombardia al vertice della classifica per la propensione ad investire in innovazione, seguita a pari merito da Emilia-Romagna e Veneto mentre sembra arretrare il Piemonte.