Nonostante possa consentire di risparmiare fino al 70% sui costi IT, questo approccio deve ancora superare dei pregiudizi da parte delle imprese

5 fake news da sfatare sulle licenze software usate

A cura di Corrado Farina, Director Sales – Southern Europe – Relicense

Da alcuni anni la domanda di software di seconda mano da parte delle aziende è in crescita, soprattutto perché hanno compreso l’elevato potenziale di risparmio che, con l’adozione delle giuste strategie per l’acquisto e la composizione del mix di licenze, consente di ridurre i costi IT fino al 70%.

Purtroppo, questo approccio a basso costo per la modernizzazione dei software aziendali, deve superare ancora alcuni pregiudizi da parte delle imprese. Relicense mette a disposizione la propria esperienza e professionalità, create in oltre 10 anni di consulenza alle imprese, per sfatare alcune fake news che circondano questo mercato.

  • Fake News 1: Le licenze di seconda mano sono software di “seconda classe”

    Le licenze non si consumano come un qualsiasi oggetto che utilizziamo, quelle già usate sono funzionali quanto quelle nuove e offrono gli stessi vantaggi delle classiche licenze on-premise, ma a costi molto inferiori.

  • Fake News 2: Il commercio del software di seconda mano è legalmente vulnerabile

    L’acquisto e la vendita di software usati sono regolamentati in UE e la legittimità di questo mercato è confermata anche dalla Corte di Giustizia Europea, qualora vengano rispettate determinate procedure: è quindi importante scegliere partner affidabili che siano in grado di tracciare il percorso del software usato e serve una documentazione completa perché la compravendita sia legalmente valida.

  • Fake News 3: Solo le grandissime aziende possono accedere alle licenze di seconda mano

    La dimensione di un’azienda non è un criterio per decidere a favore o contro il software di seconda mano. Le aziende di tutte le dimensioni possono risparmiare fino al 50-70% del loro budget IT con licenze usate.

  • Fake News 4: Non vengono fornite patch e aggiornamenti di sicurezza per le licenze software usate

    Gli aggiornamenti vengono effettuati fino alla fine del ciclo di vita ufficiale del software. Inoltre non è sempre necessario utilizzare l’ultima versione del software. Se le aziende decidono di utilizzare una versione precedente, possono risparmiare fino al 70% del valore d’acquisto all’anno. E non devono scendere a compromessi su funzionalità, prestazioni e sicurezza.

  • Fake News 5: il futuro del software sta nel cloud

    Sempre più aziende utilizzano il cloud e le offerte SaaS, ma una strategia di licensing basata su cloud non è sempre la soluzione giusta per tutte le aziende. Le licenze usate possono essere utilizzate anche per soluzioni on-premise – soprattutto per Office. I servizi di base come Exchange, OneDrive, Skype per le aziende, invece, possono essere acquistati nel cloud. Questo modello ibrido fa risparmiare alle aziende il 50-60% dei costi di licenza.

Ricevere una consulenza relativa alla propria dotazione software aziendale è utile e può essere svolta in qualsiasi momento, anche se le licenze non sono alla scadenza, perché una prima analisi mostra se la strumentazione software debba essere aggiornata, e questo può essere fatto anche con licenze affidabili acquistate dal mercato di seconda mano, anzi spesso le versioni precedenti hanno il vantaggio di essere “mature”, la loro piattaforma è più stabile e quindi compatibile con un maggior numero di applicazioni senza dover sostenere costi extra per assicurare la compatibilità con gli altri software in dotazione.

Acquistando licenze di seconda mano, inoltre, le aziende sono in grado di personalizzare la propria strategia di licenza in base alle proprie esigenze e alla pianificazione IT a lungo termine. Nello specifico, è possibile ottenere con precisione il software che serve davvero per il proprio ambiente IT, senza sprechi e applicazioni superflue.