Si amplia il portafoglio di soluzioni di accesso fisso per rendere le reti a “prova di futuro” per l’era del 5G. Completata con successo la sperimentazione G.fast con l’australiana ngnTM

Alcatel-Lucent ha presentato novità tecnologiche che permetteranno agli operatori di far fronte alla domanda – attuale e futura – di servizi di accesso a banda ultra larga su fibra e su rame, ai livelli di prestazione e capacità necessari a realizzare le promesse del 5G.

 

In tutto il mondo infatti ci sono operatori alla ricerca di tecnologie flessibili per far fronte alle diverse richieste, poste alle reti dai servizi e dalle applicazioni di oggi e di domani. Il fenomeno dei ‘Gigabit service’ – con velocità di accesso di 1 gigabit al secondo e oltre – è in espansione dall’ambito enterprise a quello consumer. Per la fine del 2015, più di 40 milioni di TV 4K1 saranno nelle nostre case e nel 20202 i device connessi saranno tra il 50 e i 100 miliardi.

Per far fronte anche a questi fenomeni, Alcatel-Lucent lancia in questi giorni:

  • Un nuovo micronodo multi-porta G.fast e tecnologie avanzate vectoring 2.0, che consentono agli operatori di far leva sul G.fast per accelerare il percorso verso FTTH e portare velocità di gigabit a diverse abitazioni sfruttando l’infrastruttura in rame esistente, evitando le costose operazioni di cablaggio nelle abitazioni.
  • Disponibilità commerciale dei primi prodotti Vplus di Alcatel-Lucent, a metà tra VDSL2 e G.fast, efficace mezzo, semplice, veloce ed efficiente per portare banda ultralarga a velocità superiori e distanze maggiori, ad ancora più clienti.
  • L’espansione del portafoglio TWDM-PON (Time and Wavelength Division Multiplexed Passive Optical Networks) , che include un nuova unità di rete ottica per le realizzazioni home e miglioramenti alla piattaforma FTTH (fibra fino a casa dell’utente) che aggiunge capacità di switching e uplink, critiche per le realizzazioni su larga scala e multi-gigabit. Alcatel-Lucent ha introdotto inoltre nuove feature al sistema di gestione della rete per semplificare la gestione e il provisioning delle tecnologie GPON e TWDM sulla stessa rete in fibra.

Si è conclusa inoltre con successo la sperimentazione in campo della tecnologia G.fast con nbn™ (national broadband network), la società attraverso la quale lo Stato australiano mira portare banda larga sul territorio nazionale con il giusto mix tecnologico che tenga conto delle specificità geografiche, urbanistiche e demografiche. Il trial, durato un mese, ha permesso di valutare l’efficacia del G.fast e l’opportunità di inserire questa tecnologia nel mix a disposizione di nbn™.