Dal 1980 il commercio internazionale sta crescendo a un tasso che è doppio rispetto al Pil globale[1]. In questo contesto le aziende non possono più permettersi di ignorare il mercato internazionale.
Quali sono gli impatti della globalizzazione per le imprese?
- le aziende si devono confrontare con consumatori globali che si aspettano però comunicazioni e campagne localizzate
- il lavoro collaborativo sta trasformando il mercato globale delle idee e dell’innovazione e deve diventare parte integrante delle strategie delle aziende che hanno intenzione di espandersi oltreconfine
- la competizione tra le aziende si sposta a livello globale con conseguenze per le singole aziende e per i differenti mercati.
Le Pmi sono avvantaggiate nell’affrontare queste sfide in quanto sono più agili e più rapide nel gestire il cambiamento rispetto alle aziende di grandi dimensioni. Attualmente però solo il 7% delle PMI opera in mercati al di fuori della UE[2].
Carta d’identità di una generazione pronta alla gloabalizzazione
La Generazione Z, che entrerà nelle aziende nei prossimi anni, è più preparata ad abbracciare le tecnologie e le modalità di lavoro richieste dalla globalizzazione rispetto alle generazioni precedenti. Questo è quanto emerge da una ricerca commissionata da Ricoh Europe e condotta da Coleman Parkes. Quali sono le caratteristiche dei fratelli minori dei Millennial?
- il 28% degli intervistati della Generazione Z, rispetto al 10% delle generazioni precedenti, è attratto da aziende che mettono a disposizione dei dipendenti tecnologie che permettono di lavorare in modo più efficiente
- un terzo degli intervistati della Generazione Z riterrebbe deludente la mancanza di una corretta condivisione delle informazioni e la stessa percentuale la scarsa innovazione
- il 43% degli intervistati della Generazione Z ritiene insostenibile una mancanza di comunicazione tra colleghi, rispetto al 19% delle generazioni precedenti.
Digitalizzazione e lavoro collaborativo saranno la normalità nelle aziende globalizzate. La Generazione Z ha tutte le carte in regola per ridefinire il posto di lavoro e, grazie alla predisposizione all’innovazione delle metodologie di lavoro e alle competenze digitali, costituisce un elemento chiave per le imprese che puntano alla globalizzazione. Essendo nati con a disposizione un accesso costante a Internet, i nativi digitali sono predisposti all’utilizzo delle nuove tecnologie e aperti alla collaborazione globale.
Un’organizzazione a rete basata sulla collaborazione
L’espansione di un’azienda a livello globale rende necessaria una struttura organizzativa piatta, flessibile e a rete. Un’impresa in cui tutto viene controllato centralmente non è adatta a gestire un business globale in cui sono necessarie autonomie e competenze locali. Le strutture meno rigide consentono dinamicità ed efficacia nello sviluppo delle strategie a livello locale. Le aspettative della Generazione Z in merito al posto di lavoro sono allineate con la nuova tipologia di struttura. A parte uno stipendio adeguato, la Generazione Z ricerca infatti in azienda:
- equilibrio tra vita personale e lavoro (48%)
- orari flessibili, possibilità di carriera e un posto di lavoro sicuro (tutti al 42%).
Queste aspettative implicano un cambiamento rispetto alle strutture manageriali tradizionali e una maggiore indipendenza delle persone. A cogliere i vantaggi dello sviluppo di un mercato globale saranno quindi le Pmi che nei prossimi anni riusciranno a valorizzare le attitudini e le competenze della Generazione Z.