Microsoft intende inserire nuove figure specializzate in grado di sviluppare progetti basati sulla piattaforma di Cloud Computing Azure

Nell’ambito di un importante piano di rafforzamento dell’organizzazione sul fronte cloud, Microsoft Italia già dalle prossime settimane prevede l’inserimento di nuove figure professionali. L’intento è è assumere e far crescere talenti in grado di sviluppare soluzioni e progetti basati sulla piattaforma cloud Microsoft Azure per rispondere in modo puntuale alle esigenze di business delle aziende private e pubbliche e offrire consulenza qualificata alle imprese italiane che si rivolgono a Microsoft per intraprendere un percorso d’innovazione.

In particolare, le figure ricercate saranno principalmente: Architetti (Cloud Solution Architect http://aka.ms/csaitaly e http://aka.ms/dsaitaly) e Figure commerciali senior di Soluzioni Cloud (Principle Solution Specialisthttp://aka.ms/pssitaly).

La campagna di selezione rientra in un piano più ampio che la filiale italiana ha intrapreso per valorizzare i talenti e contrastare il fenomeno del mismatching, ovvero il gap tra la richiesta di skill specifiche da parte delle aziende e le competenze dei candidati, tipico del mercato ICT e particolarmente diffuso su tutto il territorio italiano: una media del 13% (quasi il doppio rispetto alla media del resto del mondo pari al 7%).

“Le tecnologie digitali offrono oggi ai giovani e ai professionisti delle concrete opportunità di occupazione e crescita. Pensate che gli analisti stimano in 4,8 milioni i posti di lavoro in Europa relativi soltanto allo sviluppo di nuove applicazioni entro il 2018” – spiega Pino Mercuri, direttore Risorse Umane di Microsoft Italia. “Come Microsoft siamo attualmente impegnati sia nella ricerca di nuovi professionisti senior e junior che possano accompagnare le imprese in un percorso di trasformazione digitale, sia nell’offerta di percorsi di formazione specializzata nell’area del cloud computing, per riuscire a colmare il disallineamento tra domanda e offerta in ambito ICT che stiamo osservando” – conclude Mercuri.