Riviste in rialzo le previsioni per il 2015:+1,5%. La crescita del Paese può essere duratura solo quando il Governo interverrà più significativamente

Nel 2018 il mercato digitale è cresciuto del 2,5%

Il 2015 è l’anno della ripresa. Almeno per quando riguarda il mercato digitale. A confermarlo è il Rapporto Assinform che rivede al rialzo le previsioni per l’interno anno (dall’1,1% all’1,3%) ed evidenzia una crescita del mercato digitale nei primi 6 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una notizia positiva, quindi, che non deve e non può rappresentare per Paese, imprese e cittadini un punto di arrivo ma bensì il primo passo per la definitiva uscita dal periodo di stagnazione economica che l’Italia sta vivendo ormai da diversi anni.

Per farlo serve però una guida: se fino ad oggi il processo di digitalizzazione è stato molto frammentato tra i diversi attori in gioco, è necessaria ora la nascita di un soggetto che, come un regista, riesca ad orchestrare al meglio le varie spontaneità individuali a beneficio dell’intero sistema Paese. Compito questo che spetta al Governo il quale, secondo Antonello Busetto, Direttore di Assinform, “dovrebbe avviare una digitalizzazione della pubblica amministrazione e del tessuto imprenditoriale dettata da obblighi normativi, come sta accadendo con l’obbligo di fatturazione elettronica  nei rapporti delle imprese con la PA. Inoltre – secondo Busetto – bisognerebbe istituire una figura ad hoc abile a promuovere l’Agenda Digitale ed intervenire con azioni immediate e molto concrete”.

Un po’ come sta succedendo in Francia. Con il lancio del piano “Ambition Numerique” varato dal primo ministro francese Manuel Valls e dal sottosegretario di Stato con delega al digitale Axelle Lamaire, è stata avviata una consultazione pubblica online per la redazione di un testo normativo composto da 30 articoli.  L’obiettivo è quello di creare una vera e propria Repubblica Digitale. “La Repubblica del 21° secolo sarà necessariamente digitale: dovrà essere capace di anticipare i cambiamenti in atto, coglierne appieno le opportunità e disegnare una società conforme ai principi di libertéégalité e fraternité” ha spiegato Valls.

Il digitale non rappresenta quindi un progetto puramente tecnologico ma costituisce una profonda trasformazione del nostro modo di vivere e di essere: cittadini, aziende e pubblica amministrazione devono pertanto abbracciare senza timori la digitalizzazione considerati anche i comprovati benefici ottenibili.
Queste paure sembrano finalmente essersi ridotte: a fronte anche di un miglioramento del PIL nazionale, si nota infatti una crescita interessante dell’Indice Ifiit che identifica la fiducia sugli investimenti in innovazione tecnologica da parte delle aziende del belpaese. Stessa cosa quella osservabile attraverso l’Indice IESI (foto sotto).

La crescente fiducia si traduce in maggiori investimenti. Un fenomeno confermato dal Rapporto Assinform: nel primo semestre del 2015 si è infatti consolidato l’andamento positivo del mercato ICT, trend in aumento a partire dal 3° – 4° trimestre dello scorso anno. Il passo in avanti è molto significato: si passa da un -3,1% ad un +1,5%, divario questo dovuto alla non scontata accelerazione dei contenuti digitali e della pubblicità online, oltre che al ritorno al segno positivo dei servizi ICT, nonchè ad un’accelerazione della crescita del software. Il tutto accompagnato dall’incremento dei servizi di rete e dei dispositivi.

Imprese

Le aziende sono impegnate su un duplice fronte: da una parte hanno avviato il processo di digitalizzazione investendo in Big Data, Internet of Things, Cloud e Social Enterprise; dall’altra invece sono fortemente focalizzate nella Legacy Transformation, capendo così che il rinnovamento del back office è fondamentale per avviare il rinnovamento digitale.

Dispositivi e Sistemi

Al contrario di quanto avviene per altri comparti merceologici, il segmento consumer ha ridotto la propria dinamica di spesa in dotazioni informatiche dell’1,5% rispetto a beni più tradizionali. Disgregando questa voce si nota un decremento dei sistemi informatici del 5%, contrapposto ad una crescita in telecomunicazioni del +14%. Calano infatti le vendite di PC e server (si passa da un +6% dello scorso anno ad un -4,4%), dettate in parte dalla riduzione delle consegne di desktop (-7%), notebook (-3%) e tablet (-14%).

La ragione del calo delle vendite di PC è imputabile al refresh tecnologico avvenuto lo scorso anno, all’attesa di sistemi ibridi maggiormente innovativi e alla contrazione delle spese delle famiglie. I tablet, invece, soffrono essenzialmente per la mancanza di innovazioni funzionali significative rispetto ai modelli precedenti e alla saturazione del mercato consumer (quello aziendale ha invece margini di crescita)

Mercato del software e delle soluzioni ICT

Passando dal +3.2% ad un +4.5%, il mercato del software evidenzia nel primo semestre del 2015 un interessante salto in avanti,  un trend positivo implicabile al consolidamento del parco applicativo di molte imprese, di investimenti in sistemi documentali, in erp di nuova generazione, ma anche allo sviluppo di piattaforme web per l’Internet of Things.

Un fenomeno molto significativo legato alla proliferazione del mercato del software è la reinternalizzazione di alcune funzioni in azienda: prima le organizzazioni facevano un elevato ricorso all’outosurcing per soluzioni di sviluppo, governance e competenze. Oggi si evidenzia un’inversione di tendenza che implica 3 conseguenze:

1) un impatto sul mondo dei vendor, con le medie imprese ICT che non riescono più a soddisfare una domanda molto evoluta e il conseguente spostamento del mercato verso grandi system integrator, vendor di nicchia o startup

2) un cambiamento delle competenze sia lato offerta che domanda: le figure emergenti richieste sono gli architetti di rete che sanno combinare e ricostruire un sistema informatico fatto da componenti ibride sia interne che esterne. Profili professionali questi che però latitano nel nostro Paese a causa di un sistema universitario non ancora pronto a sviluppare tali professionalità. Ciò produce una difficile reperibilità delle risorse, il cui costo diventa molto elevato e spesso non a portata delle pmi.

3) un’influenza positiva sui Servizi ICT che ritornano al segmo positivo (+0,3%)

Previsioni per il 2015

A seguito dei risultati registrati dal mercato digitale nei primi 6 mesi dell’anno, il Rapporto Assinform rivede in rialzo le previsioni per l’intero anno. Anziché una crescita dell’1,1% si parla infatti di un +1.3%

Siamo ottimisti. Crediamo che la crescita evidenziata non sia semplicemente un fattore congiunturale, ma bensì destinata ad aumentare in termini di stabilità, valore e quantità – ha concluso Busetto. – Questo perché si stanno creando nuovi modelli di business, nuovi prodotti e servizi intelligenti, così come nuove filiere ed ecosistemi dell’innovazione. Senza dimenticare dell’interessante sviluppo di startup innovative che nel nostro Paese è molto florido”.