Se da una parte le “blackbox” premiano con sconti i conducenti disciplinati dall’altra la privacy è compromessa: dito puntato sull’IVASS, che dal 2012 doveva emanare un regolamento attuativo per fornire le tutele riconosciute per legge agli automobilisti

Premiare gli automobilisti onesti che rispettano il codice della strada con riduzioni del premio assicurativo è di per sé un intento virtuoso e proficuo sia per le compagnie che risparmiano su risarcimenti e contenziosi, che per gli stessi cittadini meritevoli, che spendendo meno riescono meglio a far quadrare i conti. Questa è la leva per cui si diffondono sempre più le cosiddette “scatole nere”, apparecchi che rilevano i buoni stili di guida del conducente per riconoscere poi uno sconto sull’assicurazione per quelli diligenti.

Che dire però se si registrano non solo i buoni comportamenti del conducente, ma anche quelli meno buoni, o quelli di natura particolarmente sensibile?

Un rovescio della medaglia delle scatole nere, è proprio questo: il dispositivo registra non solo se il conducente rispetta i limiti di velocità o se si ferma correttamente agli stop, ma monitora ogni dettaglio sugli spostamenti della vettura, registrando velocità, luoghi e orari con estrema precisione.

Per immaginare, almeno in parte, gli effetti non preventivati che potrebbero derivare dall’utilizzo dei dati registrati dalle scatole nere senza idonee garanzie, basti pensare a come questi in certi casi potrebbero essere prodotti in giudizio in una causa di divorzio per dimostrare un tradimento in base alla presenza del coniuge in un certo luogo ad una determinata ora, oppure in una vertenza per un licenziamento di un dipendente ritardatario per provare che ad un certo orario non si trovava ancora da un cliente per evadere una commessa di lavoro programmata. Per non pensare ai rischi di hacker che possono introdursi nei sistemi tecnologici delle autovetture prendendone il possesso e manovrando a loro piacimento persino freni ed acceleratore, come è stato dimostrato recentemente.

E’ perciò essenziale che il trattamento dei dati personali nell’utilizzo delle cosiddette scatole nere avvenga nel pieno rispetto del Codice della Privacy, anche se nel quadro delle più ampie tutele collettive del consumatore riconosciute dalla legge, qualcosa pare non abbia funzionato a dovere nei passaggi necessari per rendere operativo il “Decreto Liberalizzazioni” del 2012, il quale richiedeva un apposito regolamento attuativo, finora mai emanato, come evidenzia il giurista e già Garante della Privacy, Francesco Pizzetti:

Nell’intento di proteggere e tutelare la parte più debole, cioè l’assicurato, il quadro giuridico delineava in questa materia una disciplina estremamente minuziosa, che se attuata e rispettata avrebbe potuto trovare risposta convincente e chiara ai mille problemi che comporta l’utilizzo della scatola nera su un autoveicolo rispetto alla protezione dei dati personali. La mancata attuazione del Regolamento prescritto dal DL 1/2012 non è dovuta però al Ministero dei Trasporti, che tempestivamente emanò il regolamento di sua competenza relativo agli aspetti tecnici – sottolinea Pizzetti – ma all’inspiegabile inerzia dell’Ivass. Questa Autorità, infatti, predispose a suo tempo, con la collaborazione del Garante, lo schema di regolamento e lo mise anche in consultazione pubblica nel marzo 2013. Tuttavia il procedimento non si concluse e il regolamento non fu mai emanato. A mia conoscenza non è mai stato spiegato perché.”

A proposito delle cautele da adottare prima di decidere di fruire dei lusinghieri sconti offerti dalle compagnie per chi acconsente ad installare la scatola nera a bordo della propria vettura, il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi afferma:

In attesa che venga emanato il regolamento attuativo, la raccomandazione è nel frattempo quella di leggere bene l’informativa sul trattamento dei dati personali e tutte le condizioni generali di polizza prima di firmare un contratto assicurativo che prevede l’installazione a bordo della scatola nera – afferma Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – in assenza delle attese tutele generali, un pericolo è quello di essere allettati dagli sconti promessi, senza avere però la consapevolezza degli effettivi controlli a cui si sarà soggetti, e l’invasività che questi comportano nella nostra sfera privata e professionale.”

Quindi, le tutele sulla privacy a cui hanno diritto gli automobilisti che acconsentono ad installare l’apparecchio sulla propria vettura in cambio di uno sconto sulla polizza Rc risultano ancora molto precarie, e mentre oggi le vetture che montano tali apparecchi sono circa 3 milioni, se in futuro tutte le oltre 40 milioni di vetture italiane adottassero la scatola nera senza le dovute tutele sulla privacy che spettano ai consumatori, verrebbe a crearsi un vero far west delle assicurazioni.