Avranno il compito di gestire analizzare, protegge e talvolta eliminare i dati in eccesso. Secondo Gartner entro il 2017 il 25% delle organizzazioni avrà questa figura in organico

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A cura di Rodolfo Falcone, Country Manager Italia, Commvault

Il nuovo panorama digitale sta ridefinendo i ruoli dell’IT. Con l’avvento dell’Internet of Things (IoT), il mare di informazioni potenzialmente generate dai social network e una nuova generazione di sofisticati strumenti per l’analisi del web, c’è il crescente bisogno di essere più selettivi riguardo ai dati, e di archiviare solo quelli che realmente interessano a un’organizzazione. La digitalizzazione crea la necessità ancor superiore di una strategia integrata di gestione delle informazioni, man mano che le diverse business unit fanno a gara per sfruttare le opportunità digitali rappresentate dai big data.

Se le aziende iniziano a comprendere il significato della cosiddetta ‘data science’, il fatto di conservare, accedere, proteggere ed infine eliminare contenuti nel rispetto di normative in continua evoluzione diventa una questione di primaria importanza per il business.

Al tempo stesso, i team IT cominciano a sentire la necessità di una figura che abbia il compito di analizzare ed operare dal punto di vista. Questo nuovo ruolo però non può essere assunto dal CIO, tipicamente già sovraccarico per il compito di facilitare e di gestire l’innovazione digitale.

Gartner prevede che entro il 2017 il 25% delle organizzazioni avrà un Chief Data Officer (CDO), e che questa percentuale salirà al 50% in settori fortemente regolamentati come le banche e le assicurazioni. In realtà, secondo l’analista, già il 20% dei CEO nelle grandi azienda si è dotato di un responsabile dati per guidare l’innovazione digitale nella loro struttura.

Ottenere dai dati il maggior valore di business

Si stima che la bassa qualità dei dati costi a un’organizzazione media 13,5 milioni di dollari all’anno, a fronte di problemi di data governance –  che colpiscono tutte le aziende – in via di peggioramento. Se il concetto di data management in sé esiste da diversi anni, spesso e volentieri i dati non vengono ancora sufficientemente gestiti come un asset.

Ciò richiede un investimento sulle persone che realmente alimenteranno e gestiranno questi dati. Ed è qui che entra in scena il CDO. Il suo ruolo è quello di costruire un piano di governance che tenga traccia dei dati in modo efficace: dove sono salvati, chi vi accede, quanto spesso vengono puliti e controllati. Il CDO può implementare processi di data quality per gestire meglio la purezza di dati critici per il business, e può assicurarsi che il business non paghi per mantenere dati duplicati, non verificati o corrotti. Il risultato finale è un set di dati più chiaro e pulito, per chi opera in azienda, e una gestione dei dati più tempestiva ed efficace per i clienti.

falconeIl CDO ha anche il compito di far sì che le organizzazioni possano utilizzate i dati come un corporate asset. Questo significa essere responsabile del modo in cui le aziende utilizzano ed estraggono valore dai dati, come ne proteggono la confidenzialità e ne mantengono la conformità alle normative che ne regolano integrità e accessibilità. Il CDO deve creare ordine partendo dal caos ed ottenere il miglior valore di business dalle informazioni che l’azienda possiede, per migliorarne competitività e capacità complessiva di vision.

Entrare in collegamento coi clienti

Il CDO deve essere in grado di apprezzare l’importanza di mettere in comunicazione tra loro i processi tecnologici che guidano le organizzazioni con il cosiddetto ‘elemento umano’ – informazioni cruciali tipicamente non considerate, che risiedono tra i dati non strutturati, spesso nei social media. Per ottenere questo, il CDO deve adottare un approccio ‘completo’, che abbatta le barriere tra le informazioni utili e le azioni.

Ci sono ricerche che mostrano come le organizzazioni che sfruttano I big data per relazionarsi coi client aumentino le proprie entrate[3]. In realtà, fare uso dei dati può portare a decisioni di business più oculate ed a fatturati superiori, per aziende di diverse tipologie e dimensioni.

Nella sostanza, i dati dovrebbero essere gestiti come un qualsiasi prodotto. La responsabilità del CDO sta nell’identificare nuove fonti di dati, oltre che nel determinare come organizzare dati esistenti e provenienti da fonti differenti per creare valore o addirittura un’offerta commerciale. Fare un uso intelligente delle informazioni che vengono create e archiviate ogni giorno consentirà alle aziende di identificare maggiori opportunità e differenziarsi maggiormente dalla concorrenza.

Diventare un’organizzazione realmente data-driven non è più una possibilità, ma una necessità. Prendere decisioni sulla base di un approccio derivante dai dati non solo permette di raggiungere risultati più accurati, ma anche di creare un framework coerente per l’interpretazione e la reimmissione dei dati nel ciclo di business.

I dati hanno il potenziale per cambiare un’organizzazione. Oggi, le aziende hanno bisogno di un nuovo eroe e, come responsabile e rappresentante delle informazioni, il Chief Data Officer ha la possibilità di guidare questo cambiamento.