Fraintendere la vera natura dei servizi di outsourcing, temere di perdere il controllo sulle informazioni o sbagliare la scelta del partner sono alcune delle paure segnalate dalle aziende che si apprestano a scegliere una soluzione in outsourcing per l’HR. L’analisi condotta da ADP mette in luce le falsità e i malintesi che è possibile evitare per agevolare questo processo e aiutare le aziende a migliorare le proprie performance.

Risorse Umane

[section_title title=Outsorcing dei processi HR: i 7 errori che le aziende commettono]

Scegliere una soluzione in outsourcing per la gestione delle Risorse Umane è un passo importante nell’evoluzione di un’organizzazione. Tuttavia sono numerosi i criteri decisionali, le implicazioni e i quesiti che possono intervenire a ostacolare questo processo.

Sebbene mai come ora le organizzazioni si affidano all’outsourcing per i loro processi HR e payroll, gli errori nel processo decisionale e nella scelta del giusto partner possono rivelarsi piuttosto costosi. A tal proposito ADP ha elaborato un rapporto che sfata e getta luce su miti che comunemente coinvolgono il così detto BPO (Business Processing Outsourcing) in fatto di personale, processi, efficienza, tecnologia, competenza e rischi, individuando i 7 errori che le aziende commettono più di frequente nella scelta per l’esternalizzazione dei processi HR.

 1) Fraintendere la vera natura del BPO

Questo termine – BPO – viene spesso confuso con altre soluzioni di outsourcing e accade che il processo di esternalizzazione riguardi solo alcuni elementi dell’infrastruttura IT o della gestione delle applicazioni, senza invece essere orientato dal business case. Se non viene attuato alcun trasferimento di rischi e responsabilità non si tratta di BPO ed è, invece, importante per le aziende esaminare l’intero ventaglio di opzioni prima di scegliere il proprio fornitore, ma soprattutto chiarirsi se necessitano semplicemente di nuovo software o, invece, di un processo esternalizzato che garantisca loro la gestione di tutti gli aspetti legati all’organizzazione delle risorse umane.

2) Paura di perdere il controllo

L’idea di esternalizzare in ambito HR può creare incertezza all’interno delle organizzazioni: l’identità del fornitore al quale si affidano i processi e la sicurezza dei dati interni è certamente un aspetto chiave e la preoccupazione di perdere il controllo sulle informazioni sensibili è una preoccupazione che coinvolge il dipartimento HR a tutti i livelli. Tuttavia ciò che spesso viene sottovalutato è che il BPO in realtà è in grado di creare un sistema migliore rispetto a una gestione in-house. I fornitori di rilevanza mondiale dispongono di personale con costante formazione ed esperienza in fatto di trattamento dei dati e normative locali e di sicurezza delle informazioni, grazie a centri tecnologici di servizi, piani di ripristino in caso di disastro etc. La gestione affidata a un fornitore esterno è un servizio fornito, non un’operazione persa.

3) Confondere la competenza umana con l’interfaccia di un computer

Diverse ricerche a livello mondiale indicano una prospettiva poco rassicurante per i dipendenti secondo la quale un giorno i computer gestiranno ogni aspetto del payroll senza bisogno della supervisione o delle competenze umane. Pur individuando nei servizi software che fanno uso del self-service e dell’automazione il futuro dei processi HR, gli strumenti informatici non riusciranno mai a sostituire completamente la competenza umana nella fornitura di HR e payroll. I migliori servizi BPO sono quelli che combinano conoscenze e competenze umane con le tecnologie d’avanguardia.

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