La società veronese ha realizzato il primo strumento informatico al mondo in grado, con il metodo dell’ interpretazione astratta, di individuare automaticamente e con precisione assoluta i “bug” dei programmi scritti con linguaggio Java e Android

Il Gruppo Corvallis ha acquisito il 65% delle quote di Julia, società di software nata nel 2010 come spin off dell’Università di Verona. Julia è la prima delle sei start up dell’ateneo veronese a uscire dall’incubatore universitario. È il risultato di dieci anni di studi e di ricerche sviluppate da un team di docenti e ricercatori italiani in collaborazione con università internazionali. Lo spin off veronese vanta già importanti collaborazioni, come quelle con la Air Force, l’Aeronautica militare degli Stati Uniti, e con alcuni dei più importanti gruppi bancari e assicurativi italiani. Julia ha elaborato il primo strumento informatico basato sull’“interpretazione astratta”, regola scientifica riconosciuta a livello internazionale, per l’individuazione automatica, con un grado di accuratezza assoluta, dei bug in programmi scritti in linguaggio Java e Android.

Per Corvallis, tra le top 20 del mercato italiano dell’information technology, 111 milioni di fatturato, 1300 dipendenti, si tratta della prima operazione di acquisizione dopo l’emissione, nel dicembre scorso, di un minibond dal valore di 8 milioni di euro destinato a sostenere i piani di crescita del gruppo. L’investimento di Corvallis, che sarà superiore a un milione di euro, servirà come supporto per l’industrializzazione del prodotto e per la crescita dell’azienda. Il nuovo consiglio di amministrazione di Julia ha riconfermato Gianni Zucchini come amministratore delegato.

Julia opera in un settore destinato ad avere una rapida crescita: quello dei Software Code Analyzer (SCA) rivolto alla prevenzione del rischio legato agli errori dei programmi software. Un ambito di applicazione che può estendersi a tutti i mercati nei quali è presente un software, salvaguardando le imprese dalle conseguenze dei danni e delle perdite derivanti da “bug” critici che possono emergere anche dopo che il programma software  sia stato realizzato e reso disponibile all’utente finale. Il suo utilizzo può abbracciare l’industria, l’elettronica, le telecomunicazioni, la finanza, la difesa e la sanità.

«Crediamo fortemente nel futuro della tecnologia e nella ricerca applicata – ha commentato Antonio Santocono, presidente di Corvallis Spa – e abbiamo deciso di investire su un prodotto adatto a un numero sempre più ampio di mercati. La sicurezza informatica, in un mondo sempre più permeato dai software, è un valore aggiunto da perseguire sia per le imprese che per i consumatori».