Solo l’analisi dei dati permette di avere una nuova visuale. Altrimenti il rischio è quello di rimanere sommersi

Big Data e Analytics sono due “fenomeni digitali” che permettono alle imprese di fare la differenza. Ne è convinta SAS che ha organizzato ieri a Milano il SAS Forum 2015, evento completamente incentrato su queste tematiche e proposto con l’obiettivo di divulgare il verbo dell’Analytics for Everyone.

I dati sono come la sabbia. I granelli suscitano una sensazione piacevole quando si pensa ad una bella piaggia in un paese tropicale, ma allo stesso tempo si insinuano ovunque e si appiccicano fastidiosamente alla pelle.  Quando si alza il vento, o più drasticamente, quando si è immersi in una tempesta di sabbia nel deserto, risulta molto difficile vedere e si rischia facilmente di perdere l’orientamento” ha spiegato Emanuela Sferco, Regional Marketing Director Central East Europe di SAS.

Una similitudine, questa, facilmente individuabile nel mondo in cui viviamo oggi: ognuno di noi lascia dietro di sé una scia impressionante di dati di ogni genere (3GB l’anno secondo Dino Pedreschi dell’Università di Pisa), dagli acquisiti effettuati online, alle preferenze sui social network, ma anche la propria posizione, individuabile grazie ai dispositivi mobili. Numeri che diventano maggiormente impressionanti se si pensa che oggi nel mondo vivono circa 7 miliardi di persone che utilizzano 6,8 miliardi di cellulari (ricordiamo che nei Paesi più poveri molti non dispongono di questi device). Vedendola ancora più in grande non si può che rimanere con la bocca aperta: l’ammontare delle informazioni nell’universo digitale sarebbe in grado oggi di riempire una pila di Ipad Air (da 128 giga) lunga quanto 2/3 del percorso verso la luna. Entro il 2020, le pile di Ipad Air diventeranno 6,6. Oggi, una famiglia media crea abbastanza dati per riempire 65 IPhone (32 giga) all’anno. Nel 2020, questa cifra crescerà, fino a raggiungere i 318 IPhone. Oggi, se un byte di dati fosse un gallone d’acqua, in appena 10 secondi si genererebbero abbastanza dati da riempire un’intera abitazione. Nel 2020, questo tempo scenderà a soli 2 secondi.

È quindi chiaro: siamo – e lo saremo sempre più – sommersi dai dati.

Cosa fare allora?

Si deve imparare a convivere con i Big Data, ma soprattutto governarli e trovare il modo di riuscire a estrapolarne valore (attraverso le Analytics) così da individuare la strada verso l’oasi più vicina e poi proseguire il percorso verso quella successiva. – ha aggiunto Emanuela Sferco – I Big Data non devono pertanto essere visti come un problema, ma rappresentare un opportunità per ogni azienda.”

Pertanto, le imprese diventano oggi responsabili – secondo Giovanni Bossi, CEO di Banca IFIS –  soltanto quando raccolgono, immagazzinano e studiano i dati. L’ostacolo maggiore a questo comportamento non sono però le tecnologie, oggi ampiamente disponibili o i budget (quelli un po’ meno), ma la sovversione di valori e poteri che l’informazione tempestiva genera all’interno delle organizzazioni stesse: i modelli di business devono essere necessariamente ripensati, cosa non facile per le aziende più anziane che presentano tendenzialmente una cultura poco flessibile.

Basti pensare alle nuove imprese di successo: Alibaba è il più grande e-commerce al mondo e non possiede neppure un magazzino, Uber, l’app che offre un servizio di trasporto alternativo al taxi non possiede neanche un veicolo e Airbnb che non gestisce neppure un hotel. Pazzesco!

Siamo infatti entrati nell’Industry 4.0 e chi non si adegua è destinato a scomparire.  A confermarlo i dati di IDC: entro il 2020 l’85% delle società saranno aziende digitali specializzate nel mercato in cui si rivolgono. Tra queste però, soltanto il 30% sono organizzazioni che esistono già oggi: resisteranno soltanto coloro in grado di colmare il gap di skill tecnologiche, destinate ad aumentare inevitabilmente. Basti soltanto pensare all’Internet of Things o all’Internet of Everything: nei prossimi 3 anni saranno connessi 10 miliardi di oggetti, 50 miliardi tra 5 anni.

E li sì, nel 2020, i dati saranno veramente tanti…