La gamma di soluzioni che l’IoT offre e potrà offrire è vastissima, ma al contempo è necessario tutelare la privacy degli individui: ecco lo scenario

La privacy correlata all’Internet of Things è un tema che sta generando sempre più interesse nelle persone. Ogni giorno che passa si può notare infatti come l’IoT ci aiuti a semplificare alcune azioni quotidiane, o ci consigli quali prodotti possono essere di gradimento a seconda delle nostre ricerche passate. La gran parte dei pagamenti avviene in maniera digitale, ed è perciò importante scegliere la giusta carta di credito, magari utilizzando il portale di confronto carte di credito di SuperMoney per trovare il prodotto più idoneo alle proprie esigenze.

Amazon e il Dash button

Se comunque l’utilizzo di smartphone e tablet non costituisce al momento un pericolo per la privacy dei consumatori, le innovative soluzioni “smart home” potrebbero cambiare più profondamente il nostro modo di vivere e l’accesso ai nostri dati personali. Amazon ha ad esempio lanciato ad inizio aprile un nuovo dispositivo per le abitazioni, chiamato Dash button. È un hardware da posizionare in qualsiasi punto della casa, in grado di ordinare il prodotto preimpostato semplicemente premendo un pulsante. Tale bottone è infatti collegato al proprio account Amazon, che richiede subito l’ordine. Una soluzione molto utile per chi deve usare la lavatrice e si accorge che sta terminando il detersivo ad esempio.

La Nest Lab (azienda di proprietà di Google) sta invece producendo smartphone connessi ai sistemi di riscaldamento che permettono di regolare la temperatura della propria abitazione anche quando non si è in casa. L’obiettivo dell’IoT è proprio collegare fra loro i dispositivi, ed è proprio qui che entra in gioco la privacy. Questi device permettono ad esempio di sapere quando si è in casa e quando no. Non è una questione di tecnofobia, quanto piuttosto del fatto che l’Internet of Things si sta evolvendo molto rapidamente, senza sapere quali saranno i risultati finali.

Un congresso sulla privacy si terrà in Italia

Anche gli enti governativi si stanno attrezzando in proposito.  In questo caso si parla di soluzioni “smart city”, utili a rilevare il livello di traffico o quello di inquinamento nell’aria. Sorge allora spontanea la domanda: tutta questa raccolta di dati viola la privacy delle persone? Un consiglio di esperti è pronto a radunarsi per discuterne al riguardo, e lo farà proprio in Italia: l’International Conference on Safety and Security in Internet of Things, giunto alla sua seconda edizione, avrà lo scopo di tracciare le linee guida riguardo alla regolamentazione sulla raccolta dei dati.

La Federal Trade Commission degli Stati Uniti sostiene che l’IoT ha grandi potenzialità, ma le problematiche relative alla sicurezza potrebbero minare la volontà dei consumatori di farne uso, provocando ingenti perdite nelle aziende che stanno investendo  molto su questo business.