L’associazione spiega quali dovrebbero le caratteristiche delle scuole italiane per favorire la crescita di giovani talenti

In un’economia sempre più complessa, competitiva, fatta di innovazioni e continue sfide, il compito di formare nuove generazioni di lavoratori deve diventare impegno di tutti.

Nel quadro generale italiano solo il 10% degli insegnanti dichiara  di avere competenze digitali, l’informatica non fa parte dei curricula delle scuole secondarie così come avviene nel resto d’Europa. Il programma di Confindustria propone un investimento infrastrutturale da reperire nei fondi europei, realizzando forme innovative di partnership che permettano agli operatori privati di cablare in fibra tutti gli edifici scolastici, offrendo la connessione wireless in ogni spazio della scuola in modo da dare una forte accelerazione alla filiera digitale connessa, coinvolgendo i docenti sui temi del digitale puntando a formare almeno un’insegnante “Digital Mentor” per ogni istituto che possa fungere da riferimento sul digitale.

Tra i punti proposti da Confindustria c’è la creazione di un’anagrafica  sulla base di un fascicolo della vita scolastica dello studente da gestire in Cloud e con applicativi che consentano l’uso del registro digitale, della pagella e del rapporto on-line tra scuola e famiglia.

È evidente che formare Cultura e Competenze digitali negli studenti rappresenta una sfida impegnativa nel breve periodo, tuttavia si auspicano per il 2020 delle innovazioni significative partendo dal riconoscimento della centralità nella didattica di “conoscenze fondamentali ICT”.

Il passaggio al digitale per tutti i processi amministrativi scolastici e l’inserimento di laboratori didattici in Cloud daranno vita a rinnovate competenze per nuovi lavori.