Con il crescere dell’interesse dei consumatori a queste tecnologie, aumenta anche quello dei cybercriminali.

Distanziamento sociale in azienda: come gestire gli spazi

Le “Wearable Technologies” sono un fenomeno in costante crescita: la tecnologia da indossare conta ormai un numero sempre maggiore di utenti – privati e aziende – che si affidano agli accessori intelligenti per l’elaborazione di dati e informazioni in tempo reale.

Una ricerca di Cisco ha evidenziato come il numero di questi oggetti sia destinato ad una crescita esponenziale a livello globale. Questo incremento si tradurrà in un incredibile aumento della mole di dati generati da ogni utente in un contesto “indossabile”, che potrebbe aggirarsi intorno a circa mezzo gigabyte al mese per ognuno di noi.

In uno scenario simile, è facile intuire con quale agilità i criminali informatici possano accedere a informazioni e dati sensibili, per rubarli.

Anche se il boom previsto per i prossimi anni non è ancora entrato nel suo vivo, infatti, gli hacker hanno già dimostrato un certo interesse nei confronti della tecnologia da indossare e gli esperti hanno rilevato come la wearable technology possa diventare un valido alleato per i pirati informatici.

Possiamo ricordare di alcuni casi eclatanti come i “Google Glass” che caddero vittima degli hacker già prima del loro arrivo nel 2014 o il video che mostra l’installazione e l’avvio di windows 95 su uno smartwatch.

Al di là dell’abilità ormai sempre più versatile degli hacker, esistono alcuni semplici accorgimenti per proteggere anche gli accessori tech indossabili: prevedere sempre una password di protezione, eseguire gli aggiornamenti periodici e, se si effettuano acquisti online o si usa un wifi pubblico, utilizzare siti con protocollo SSL (Secure Socket Layer) e  applicazioni per la crittografia dei dati in transito.