Tra mancanza di sostegno agli investimenti privati e bandi ancora indefiniti, la Fiom incalza il governo sul piano per la banda ultra larga

La banda ultra larga è una questione che coinvolge l’intero Paese. Non solo per i consumatori, che nelle loro case mettono Fastweb e le sue offerte a confronto con quelle degli altri operatori, ma anche per le aziende nazionali di qualunque settore, infatti, una buona performance di connessione alla rete è di vitale importanza per svolgere tutta una serie di azioni quotidiane.

Dalla necessità di informarsi o di comunicare, spesso con persone dall’altra parte del mondo, e di lavorare su cloud, piattaforme condivise o attraverso il servizio di posta elettronica, la questione della diffusione della banda ultra larga in Italia si rivela cruciale. Oltre a essere sottintesa all’intero piano per la digitalizzazione del Paese predisposto dall’Agenda Digitale Italiana, essa riguarda anche i privati e le associazioni dei lavoratori.

L’incontro tra Fiom e Governo

E proprio nelle scorse settimane, presso il ministero dello Sviluppo economico, si è tenuto il primo incontro relativo al piano banda ultra larga tra Fiom e il governo. Le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno incontrato il viceministro Claudio De Vincenti e Alessio Beltrame, sottosegretario alle Comunicazioni. Presente anche la società Alcatel Lucent che aveva sollevato, lo scorso dicembre, l’urgenza di impegnarsi più a fondo nel raggiungimento degli obiettivi predisposti dal piano di infrastrutturazione.

D’altronde, dichiara Roberta Turi, “la Fiom ritiene che il piano del governo, che prevede una rilevante quantità di risorse individuate, pubbliche e private, debba essere un’opportunità da cogliere. Per questo è importante che abbia un immediato riflesso positivo sui tanti tavoli di crisi aperti presso il MiSe di aziende di telecomunicazioni”.

Gli interrogativi sul piano

L’iniziativa del Governo non manca però di sollevare alcuni importanti interrogativi. La sua concreta attuazione, per esempio, è rallentata dalla mancanza di procedure definite di sostegno agli investimenti privati. “È necessario, inoltre,” prosegue Turi, “un coordinamento con le Regioni e un monitoraggio continuo” degli sviluppi del piano.

Anche i bandi, definiti per l’assegnazione di finanziamenti volti alla realizzazione di progetti legati alla banda ultra larga in azienda, è una questione ancora in sospeso. La domanda riguarda, in questo caso, la scelta di “come verranno realizzati i bandi, che dovrebbero tenere in considerazione qualità e quantità dell’occupazione delle aziende beneficiarie di contributi pubblici”.

I propositi per i prossimi mesi

Poiché mancano ancora risposte definitive e molte sono le questioni inesaurite con il confronto delle scorse settimane, è stato indetto un nuovo incontro di aggiornamento nel mese di febbraio. Parteciperanno a questo secondo tavolo anche le aziende di telecomunicazioni e le imprese di installazioni telefoniche, in quanto maggiormente vicine al settore di competenza.

La Fiom, quindi, incalza e ripropone al Governo l’urgenza della realizzazione del piano. D’altronde, fa eco Turi, “in questi ultimi mesi il paese ha continuato a perdere occupazione qualificata in aziende dell’Ict strategiche per il futuro del paese a causa dell’assenza di una politica industriale e di interventi pubblici. Per questo auspichiamo che il piano per la banda ultra larga non diventi una delle tante promesse mancate”.