Una ricerca a livello globale mostra che, nonostante incertezze sulla sicurezza e sulle applicazioni, i vertici aziendali sono intenzionati ad implementare le soluzioni cloud ibride entro tre anni

Cloud ibrido, boom di investimenti con il Covid

Le aziende prevedono che entro i prossimi tre anni più della metà dei loro applicativi e dei loro servizi girerà su sistemi cloud ibridi. Lo rivela un’indagine condotta su scala globale da Avanade, società fornitrice di soluzioni tecnologiche, cloud e servizi gestiti per le aziende.

Dalla ricerca, condotta su 1.000 tra alti dirigenti, responsabili delle business unit e responsabili IT di 21 Paesi (Italia compresa) emerge inoltre che, sebbene aziende di ogni dimensione e area geografica considerino l’adozione di sistemi cloud ibridi una priorità, c’è ancora molta confusione rispetto al reale significato del termine cloud ibrido e agli strumenti necessari per la sua implementazione.

Nonostante confusione e preoccupazione per i rischi in termini di sicurezza e privacy, i sistemi cloud ibridi sembrano dunque destinati ad avere lunga vita. Dallo studio condotto da Avanade risulta che le aziende di ogni parte del mondo si aspettano dall’implementazione un vantaggio sensibile sui concorrenti diretti. In particolare, gli alti dirigenti risultano essere le figure aziendali maggiormente interessate alle soluzioni cloud ibride e le più motivate ad adottarle. Il freno dunque non è tanto nella scarsa fiducia del mezzo, quanto nell’assenza di una strategia per l’uso del cloud ibrido come parte integrante dell’infrastruttura IT aziendale.

Nel dettaglio i risultati della ricerca:

  • Le società investono più velocemente in soluzioni cloud ibride che in soluzioni cloud di tipo pubblico o privato. Il 69% di queste aziende a livello globale (il 65% in Italia) concorda nell’idea che l’implementazione di una strategia cloud ibrida sarà al centro dei loro programmi nel corso del 2015;
  • Nonostante siano tutti più o meno concordi sul fatto che l’adozione di soluzioni cloud ibride debba avere carattere prioritario, il 58% delle società a livello globale dichiara che attualmente non ha una strategia definita in questo senso. Questa percentuale scende sensibilmente in Italia al 40%;
  • In quanto a consapevolezza, poche sono le società che comprendono appieno il potenziale delle soluzioni cloud ibride: solo il 16% (e in Italia il 10%) degli intervistati è in grado di identificare tutti i benefici che esse sono in grado di apportare.
  • Il 74% delle imprese a livello globale considera il cloud ibrido una soluzione in grado di permettere di ottimizzare la performance aziendale su questioni centrali ai fini della crescita dell’impresa. Approccio ottimistico ancora più forte in Italia, dove la percentuale sale all’84%;
  • Ben poche sono le società che sviluppano applicazioni in grado di sfruttare tutto il ventaglio di funzionalità offerto dagli applicativi sviluppati per il cloud. Il 71% delle società a livello globale, e il 90% in Italia, utilizza semplicemente l’infrastruttura cloud per eseguire gli applicativi già esistenti;
  • Il 53% (il 38% in Italia) delle società identifica le questioni legate alla sicurezza e alla privacy come particolarmente critiche ai fini dell’implementazione di soluzioni cloud ibride, ma il 60% (e ben il 78% in Italia) di esse ammette che oggi queste soluzioni sono più sicure rispetto a tre anni fa.
  • Nonostante i timori, i manager che hanno partecipato alla ricerca confermano comunque la loro fiducia nel vantaggio competitivo offerto dalle soluzioni cloud ibride. Società di ogni dimensione e area geografica prevedono che entro tre anni la metà dei rispettivi applicativi e servizi sarà implementata in ambiente cloud ibrido.

I risultati della ricerca di Avanade confermano quanto indicato sia nel documento High Performers in IT: Defined by Digital report di Accenture sia nella Gartner 2014 Cloud Survey, da cui emerge che il 72% delle aziende seguirà una strategia di cloud ibridi entro il 2015.