Violazioni online e mancanza di sanzioni adeguate stanno spingendo l’UE ad approvare entro il 2015 un nuovo regolamento. In crescita i privacy officer

Il 67% dei siti italiani tratta i dati degli interessati in violazione al Codice della Privacy, mentre, a seguito dell’aumento degli attacchi informatici (+96% rispetto a 5 anni fa), ogni violazione dei nostri dati costa mediamente circa 118 euro. Dati preoccupanti questi, che portano gli Stati e le autorità internazionali a dover intervenire prontamente, al fine di fronteggiare una vera e propria crisi della privacy online: una crisi aggravata ulteriormente dall’assenza di regole adeguate e di efficaci deterrenti (sanzioni), tutti elementi che stanno provocando una crescente sfiducia da parte degli utenti quando navigano online, con ripercussioni negative sul mercato unico digitale.

Fortunatamente qualcosa sta iniziando a muoversi: a dicembre gli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo di massima per quanto riguarda la riforma della normativa europea sulla protezione dei dati durante il 2015.

Stiamo entrando in una fase cruciale per la protezione dei dati europea. – ha dichiarato Giovanni Buttarelli, nuovo Garante europeo per la protezione dei dati – Il rapido sviluppo delle nuove tecnologie richiede soluzioni adeguate. Mi impegno a sostenere pienamente il Legislatore comunitario nel suo lavoro per garantire che la riforma della protezione dei dati sia adottata nel 2015, e che siano applicati meccanismi di protezione dei dati moderni e lungimiranti. Nell’affrontare i problemi legati ai Big Data, è giunto il momento di conseguire una privacy e una protezione dei dati più efficaci nell’ambiente digitale“.

La crescente necessità di proteggere adeguatamente i dati, e l’imminente prospettiva di vedere l’approvazione del regolamento europeo sulla protezione dei dati, ha prodotto un fermento di attività già nell’ultima parte del 2014: la nascita dei privacy officer. Basti pensare che solo in Italia si è visto un aumento dell’86% delle certificazioni basate sulla Norma internazionale ISO 17024.

Che una vera e propria categoria professionale si stia delineando, è evidente dalle ultime statistiche  dell’ Osservatorio di Federprivacy, secondo cui i professionisti che al 31.12.2014 avevano già conseguito una certificazione in materia di privacy erano 235, con altri 704 in corso per ottenerla, tra cui molti liberi professionisti che rivolgono la loro attenzione alle professioni emergenti, e dipendenti di pmi e pubbliche amministrazioni, che ambiscono ad avere una carta significativa in più da giocare quando sarà approvata la normativa europea.