Il Natale tecnologico di Alberto, alle prese con turno di lavoro serale e la fidanzata partita per l’America

[section_title title=Cartolina di Natale – Parte 2]

Silvia gli aveva mandato quella mattina, ora di Boston, un bellissimo messaggio. Alberto sospirò, si sarebbero sentiti in VideoChat alle 22.30 della sua ora. Nella casella postale c’erano molti messaggi di auguri. Dopo averne letti alcuni Alberto notò con disappunto che la stragrande maggioranza, tra cui anche quello di Silvia, erano stati ottenuti con i programmi generatori di immagini e poesie natalizie che da tempo ormai impazzavano sui portali Web. Per quanto fossero belli, tali messaggi erano ripetitivi e sembravano privi di partecipazione. Quelli dei suoi genitori e dei suoi fratelli non facevano eccezione. “E’ la vita moderna”, pensò, mentre ricordava che suo fratello maggiore era in Australia per lavoro e sua sorella sarebbe partita per la Russia di lì a non molto. Lui non viaggiava molto, ma amava pensare che attraverso la grande autostrada informatica, di cui il centro informatico era uno snodo importante, poteva essere in qualunque posto del pianeta istantaneamente. Immaginò per un attimo la ragnatela di cavi, ponti radio ed apparati attraverso cui, sotto il controllo degli agenti software e di tanti operatori umani, fluivano i bit che costituivano le comunicazioni che univano la società. Quando studiava all’Università la Rete in rapidissima evoluzione lo aveva sempre affascinato ed anche oggi che era il suo pane quotidiano, a differenza di tanti altri che la consideravano ormai come qualcosa di naturale, continuava a rimanerne sempre incuriosito.

La routine del lavoro lo avvolse, mentre la nebbia scendeva lentamente sul parcheggio. Il cielo fuori dalla finestra in termovetro infrangibile rifletteva le luci della città in lontananza e jingle natalizi a volume sommesso uscivano dall’altoparlante di una delle 3 workstation che formavano la postazione.

Alle 21 e qualche minuto un messaggio particolare attirò la sua attenzione tra quelli in arrivo nella sua mailbox. Prima ancora di leggere il mittente, l’aspetto originale rispetto agli altri fece sorridere Alberto. Il messaggio era di Alessandro, il suo vecchio maestro, che anni prima gli aveva insegnato il mestiere. Era una persona eccezionale, oltre che un bravissimo tecnico. Dotato di una enorme carica di umanità aveva sempre una buona parola per tutti. Non si vedevano da due anni, ma erano sempre in contatto attraverso la Rete. Il messaggio era decisamente personale, con dei riferimenti a cose che solo Alberto conosceva e gli fece subito passare la noia, per trasmettergli una enorme carica di serenità. “Il vero spirito del Natale”, pensò, ricordando una frase che il vecchio maestro amava ripetere. E dov’era adesso quel giramondo? Prima che potesse pensare ad una risposta un bip secco catturò la sua attenzione. Era un segnale di condizione insolita…

“Cosa cavolo succede”, disse a voce alta, “ma proprio adesso?”. Poi l’allarme si spense. Alberto esaminò i log. Sembrava semplicemente che un processo “centralino”, atto a ridistribuire messaggi, avesse spedito un messaggio in più di quelli che era autorizzato a fare, ma poi il tutto era stato riconosciuto come determinato da un errore di configurazione. Chiamò Gianni all’interfono, e lui confermò la diagnosi. “A proposito, aggiunse, lo sai che mi ha mandato un messaggio il Vecchio Lupo della Rete in persona? Ecco qualcuno che i messaggi natalizi li fa di suo pugno per i propri amici e non usa i generatori automatici di cartoline…”,

Gianni rimase un attimo in silenzio e poi rispose “Ma che vai dicendo? Alessandro è morto l’estate scorsa, in un incidente in Canada. Non lo sapevi?”. “Ma sei fuori?”, replicò Alberto, “e allora chi è che mi ha scritto in questi ultimi mesi e anche adesso?”. Alberto riaprì il messaggio e osservò attentamente le sue intestazioni. Il messaggio era stato generato localmente attraverso un mail server locale, dove esisteva ancora un profilo di accesso associato ad Alessandro, ma i contenuti erano a loro volta stati spediti da fuori attraverso un altro messaggio. Una tecnica assolutamente raffinata, tipica del vecchio maestro.

Ma allora che cosa stava succedendo? E da dove venivano i contenuti? Se Gianni aveva ragione, chi o cosa aveva generato i messaggi, a partire da cose personali che nessun altro avrebbe in teoria dovuto sapere? “Gianni, ma se sicuro di quanto dici?”. Come risposta una finestra si aprì su uno dei monitor, con la schermata di un giornale on-line canadese, e l’articolo che annunciava la morte del vecchio maestro, avvenuta più di sei mesi prima….

Ma allora chi o cosa gli aveva spedito e-mail, cui peraltro lui aveva risposto, mantenendo un dialogo coerente e perfettamente conforme alla figura del maestro, da Agosto in poi?

Un nuovo messaggio breve era arrivato. Stavolta l’indirizzo era in chiaro, era un account di Alessandro in Canada, da cui aveva ricevuto messaggi anche nel Natale precedente. Il messaggio era semplice e chiaro “Non preoccuparti amico mio, le mie idee continuano ad esistere anche in questo mondo. In questo giorno Gesù è nato per noi, ricordati di trasmettere anche tu agli altri tutta la serenità che puoi. Ancora Buon Natale”.

Un super-agente software, con i contenuti della sua mente. Ecco come Alessandro aveva potuto rimanere operativo nel mondo. O qualcosa d’altro. E… per un attimo gli parve quasi che il viso sorridente del vecchio amico fosse comparso sul monitor.

Dall’altra parte dell’interfono Gianni gli disse “Tutto bene? Ci sei? Stavo quasi per venire lì. Perché non mi rispondevi?”. “Si tutto bene”, disse Alberto, “non preoccuparti”. La nebbia fuori dalla finestra si era alzata e le stelle e la Luna risplendevano. Erano ormai le 22.30, quando Silvia lo vide attraverso il collegamento VideoChat e gli disse “Ciao, Tesoro, era molto tempo che non ti vedevo sorridere così, cosa c’è?”. “E’ Natale, Amore mio. Oggi Cristo nasce. Vorrei essere lì con te”.

Giulio Destri