Le aziende del nostro Paese sono le più propense a optare per la nuvola pubblica a livello europeo: efficienza dei costi, flessibilità e semplificazione i fattori abilitanti

[section_title title=Le imprese italiane si buttano nel cloud pubblico – Parte 2]

Queste sono le principali tendenze emerse dall’indagine a livello europeo, con particolare attenzione alla realtà italiana:

  • Le unità di business hanno voce in capitolo: Nel vecchio continente è soprattutto il reparto IT a promuovere l’utilizzo dei servizi di cloud pubblico nella maggior parte delle aziende (54%), seguito dai responsabili delle business unit (30%). Solo un intervistato su cinque (21%) ritiene che i dipartimenti acquistino servizi cloud senza un coordinamento con il reparto IT. L’Italia è in linea con l’andamento europeo su tutti i fronti, con un’unica significativa differenza. Nelle aziende del Belpaese, il management promuove meno che nel resto d’Europa l’adozione del cloud pubblico (9% contro una media europea del 30%).
  • Riduzione dei costi vs timori per la sicurezza: Le opinioni sul cloud pubblico sono influenzate in tutta Europa da una serie di fattori. Il 58% degli intervistati ritiene che permetta di risparmiare sui costi, mentre il 40% crede che possa aumentare la flessibilità e la scalabilità. Poco più della metà degli IT Manager coinvolti afferma che la sicurezza sia uno dei principali timori quando si implementa un servizio di cloud pubblico, il 39% sostiene che esistano problemi di compliance e il 35% non vuole rinunciare al controllo. Nuovamente, l’Italia non fa eccezione, ma rispetto agli altri Paesi, la sfiducia generale verso questo genere di servizi è meno rilevante (6% contro una media europea del 18%).
  • La sicurezza è una preoccupazione che riguarda sia il cloud sia i dispositivi on-premise: La maggioranza degli intervistati (66%) non pensa che le informazioni aziendali siano più tutelate nella propria infrastruttura. Infatti, se il 27% ritiene che i servizi segreti possano accedere inosservati ai dati su cloud pubblico, circa il 22% pensa che possano accedere senza controllo al server aziendale. In particolare in Italia, i professionisti IT temono meno che nel resto d’Europa che le agenzie di intelligence governative abbiano accesso ai dati memorizzati sui propri server senza che il proprietario ne sia a conoscenza (11% contro la media europea 22 %).
  • Collaborazione e Cloud vanno di pari passo: Scambio e trasmissione dei dati (38%), messaggistica (34%) e storage (34%) sono le aree in cui gli intervistati si dichiarano più propensi all’adozione del cloud pubblico, mentre solo il 24% degli specialisti IT coinvolti prevedono di utilizzare il cloud per la sicurezza. L’unico dato in controtendenza per l’Italia riguarda il trasferimento dei dati (9% contro una media europea del 15%), con gli specialisti IT meno propensi a questo utilizzo del cloud pubblico che nel resto del vecchio continente.
  • La sicurezza è d’obbligo: Al fine di proteggere i servizi cloud, oltre la metà degli intervistati ha in programma l’implementazione di soluzioni di sicurezza aggiuntive rispettivamente per la rete (57%) e le applicazioni (53%). Solo il 18% risulta inattivo su questo versante. L’Italia è in linea con il resto d’Europa.