Sebbene il 71% delle organizzazioni europee è convinta di raggiungere la maturità digitale entro il 2019, saranno soprattutto le grandi aziende a centrare l’obiettivo

Entro i prossimi 5 anni le imprese europee avranno raggiunto la maturità digitale. Ad affermarlo il 71% dei dirigenti aziendali intervistati in una recente ricerca condotta da Ricoh e Coleman Parkes. Questo significa che entro il 2019 il processo di trasformazione digitale sarà ormai completato, con la maggior parte delle imprese che gestirà digitalmente i propri processi, utilizzerà strumenti avanzati per migliorare i risultati di business e svilupperà in maniera continua diverse iniziative IT. Dati certamente positivi quelli emersi dallo studio, soprattutto considerando che lo scorso anno il 63% degli intervistati era convinto di non essere pronto per avviare e affrontare la trasformazione digitale.

Ma cosa è cambiato? È aumentata la consapevolezza delle aziende europee riguardo ai vantaggi portati dalle tecnologie di ultima generazione al miglioramento dei risultati economici, di produttività ed efficienza: il 73% crede che la maturità digitale implichi un aumento diretto dei profitti, mentre per il 62% porterebbe una maggior attrattività dell’organizzazione nei confronti di potenziali investitori e di nuovi eventuali proprietari. L’80% è convinto invece che il raggiungimento della maturità digitale garantirebbe un incremento della velocità dei processi aziendali, con il 69% sicuro di ottenere una più rapida capacità decisionale, con il conseguente rafforzamento di un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza (70%).

Esistono però differenze che dipendono dalla tipologia di azienda: soprattutto grazie alla loro adattabilità ed agilità, saranno potenzialmente le piccole imprese a raggiungere prima la maturità digitale rispetto alle grandi organizzazioni. Questa propensione non sempre si concretizza poiché le pmi hanno una minore consapevolezza dei vantaggi che derivano dal nuovo contesto digitale e conseguentemente non avviano processi di digitalizzazione adeguati. Basti pensare, infatti, che il 27% delle piccole imprese è convinta che la digital transformation non porterà ad un aumento de profitti. Si osserva inoltre che il numero dei dirigenti delle piccole imprese (23%) che considera nullo l’impatto della maturità digitale sui profitti è doppio rispetto a quello dei dirigenti delle grandi imprese (11%).

Tutto questo sta facendo da spartiacque rispetto al passato: se prima erano proprio le piccole organizzazioni ad essere le più propense all’adozione di tecnologie digitali per operare meglio sul mercato, oggi la situazione si sta invertendo. Sono infatti le grandi imprese a puntare fortemente sulle nuove tecnologie – soprattutto Cloud e Big Data – per migliorare la propria efficienza.

Ma come mai le piccole imprese hanno rallentato il loro processo d’innovazione? Secondo la ricerca Ricoh, la risposta sembrerebbe arrivare dai piani alti delle organizzazioni, dove mancherebbero adeguate strategie di rinnovamento e si evidenzierebbe un basso coinvolgimento degli esperti senior: nel 66% delle grandi aziende queste figure sarebbero coinvolte nel processo di maturità digitale e l’81% avrebbe una visione chiara di come raggiungere tale obiettivo. Molto diverso è invece il caso delle piccole realtà: solo il 53% degli esperti senior è coinvolto nelle strategie di innovazioni, con il 71% che avrebbe avviato una strategia ben definita in questa direzione.