Il campionato mondiale dello spam, che Sophos ha ribattezzato Spamionship, mette in fila i paesi che hanno diffuso più spam nel terzo trimestre del 2014. Un primato che difficilmente qualcuno vorrà tenersi stretto, anche se una gran quantità del materiale che rimbalza da una mail all’altra è opera di vittime sfruttate dagli hacker.
Quello che fanno i cyber criminali, infatti, è riversare in rete dei bot per controllare in remoto i computer degli utenti infettati, nel peggiore dei casi. Nella migliore delle possibilità, la nostra casella di posta sarà inondata da messaggi indesiderati. I SophosLabs hanno calcolato che, mediamente, un computer di casa connesso a internet può diffondere più di 5 milioni di mail di spam alla settimana, propagando vari tipi di malware in varie forme. Pubblicità ingannevole, richieste di autenticazione a servizi postali o bancari, finte campagne di sensibilizzazione: tutto allo scopo di rubare le credenziali degli utenti. Scovando l’inconsapevole spammer, si potrà risalire anche a chi consapevolmente lo controlla.
La classifica del 2014 presenta la stessa dirty dozen del 2013, con qualche variazione interna. Al vertice della classifica assoluta rimangono gli Stati Uniti con l’11% di spam prodotto, a fronte del 24% diffuso nel trimestre precedente. L’Italia scende dal quarto al quinto posto, superata dalla Russia, ma la sua percentuale sale dal 5,2% al 5,5%.
Osservando la classifica pro-capite, invece, la Bulgaria conserva il primo posto: in proporzione, diffonde 4,9 volte lo spam che parte dagli Stati Uniti. L’Italia peggiora, salendo dal decimo posto dello scorso trimestre all’ottavo. Il volume di spam prodotto è più che raddoppiato: da 1,1 a 2,5 volte a quello americano. Entrano per la prima volta nella classifica Macao, la Lituania e la Lettonia.
Uno strumento utile per capire se si è degli spammer inconsapevoli è il Sophos Virus Removal Tool.
