Un utente su cinque copre la propria webcam, ma questo non basta ad arginare il crescente fenomeno

Il 18% degli italiani, copre la propria webcam per paura di essere spiato attraverso il computer da “cyber spie”. A rivelarlo è un studio Kaspersky, secondo il quale, guardando invece agli altri paesi europei, i più preoccupati sono però i turchi (41%), mentre gli inglesi sembrano essere i meno accorti (13%). Non però si tratta di una preoccupazione infondata: le webcam spesso possono rivelarsi strumenti efficaci per i cyber criminali.

Il 22% degli utenti del nostro paese (contro una media europea del 24%) è completamente all’oscuro della possibilità di poter essere spiato tramite la webcam. Solo il 46% degli italiani è consapevole della minaccia e ammette di sentirsi a disagio a causa di tale possibilità. È importante ricordare che gli hacker non puntano a spiare solo personaggi popolari: ogni singolo utente è potenzialmente interessante agli occhi di un cyber criminale.

Le ragioni per compromettere una webcam sono tante: una di queste è il furto di dati come segreti aziendali o accessi ai servizi finanziari. A volte gli utenti distratti rendono questo compito anche più semplice: un intervistato su dieci ha ammesso di scrivere le proprie credenziali su un foglio di carta e di averlo lasciato vicino al computer. Una webcam moderna può facilmente catturare tale informazione.

“I truffatori potrebbero, inoltre, fare foto compromettenti dell’utente da utilizzare come ricatto o semplicemente per divertirsi e creare imbarazzo nelle vittime. Ad esempio, a maggio 2014, Europol ha svelato un network di sviluppatori, distributori e utenti di programmi novici progettati anche per lo spionaggio via webcam. L’indagine era iniziata con l’arresto di un hacker olandese che aveva infettato i computer di 2.000 donne sperando di ottenere foto private.” – racconta Morten Lehn, Managing Director di Kaspersky Lab Italia.

Tenuto conto di questo non sorprende affatto che un utente su cinque decida di coprire la propria webcam. Ma il problema non colpisce solo i computer: secondo l’indagine, in Italia, ben il 4%, copre anche le fotocamere dei dispositivi mobile.

Tuttavia, limitarsi a coprire l’obiettivo non è il metodo di protezione più efficace. Questo previene temporaneamente la videosorveglianza ma non neutralizza il microfono incluso nella webcam, né previene l’intercettazione di immagini quando gli utenti accendono le telecamere. Molte soluzioni di sicurezza forniscono protezione contro i software nocivi creati per lo spionaggio via webcam. Questi software, però, non funzionano se il programma non è creato appositamente per essere nocivo (per esempio, se viene utilizzato solo per trasmette le immagini) o se il criminale utilizza un software legale per scopi diversi.

Per assicurarsi che gli utenti siano sempre consapevoli delle applicazioni e dei processi che “mostrano” attraverso la webcam e per assicurarsi che proteggano, quindi, la propria privacy con strumenti più efficaci del semplice adesivo, Kaspersky Lab ha sviluppato uno speciale modulo Webcam Protection1 e l’ha integrato all’interno del Kaspersky Internet Security – Multi-Device. La soluzione monitora continuamente l’accesso alle webcam incorporate o connesse e informa gli utenti di ogni tentativo di accesso. Gli utenti possono scegliere se permettere a un determinato programma di trasmettere video e possono impostare il blocco di default degli accessi alla webcam.