Tra il 2013 e il 2020 l’universo digitale moltiplicherà le sue dimensioni ogni biennio, passando dai 4.4 trilioni di gigabyte ai 44 trilioni di gigabyte.

Una nuova ricerca condotta da EMC e IDC ha rivelato l’impatto centrale delle emergenti tecnologie wireless, dei prodotti “intelligenti” e dei business software-defined sul volume mondiale di dati. In particolare è stato stimato che, soprattutto grazie all’Internet of Things, l’universo digitale moltiplicherà le sue dimensioni ogni biennio, con una crescita che sarà pari a dieci volte tra il 2013 e il 2020, passando dai 4.4 trilioni di gigabyte ai 44 trilioni di gigabyte. Per riuscire a comprendere meglio questi valori, si nota che oggi l’ammontare delle informazioni nell’universo digitale sarebbe in grado di riempire una pila di iPad Air (da 128 giga) lunga quanto 2/3 del percorso verso la luna. Entro il 2020, le pile di Ipad Air diventerebbero 6,6. A livello famigliare invece, un nucleo medio crea abbastanza dati per riempire 65 iPhone (32 giga) all’anno. Nel 2020, questa cifra crescerà, fino a raggiungere i 318 iPhone.

Dalla ricerca è inoltre emerso anche che:

  • I mercati emergenti produrranno più dati: attualmente, il 60% dei dati nell’universo digitale è attribuito a mercati maturi come Germania, Giappone e Stati Uniti. Entro il 2020, la percentuale si capovolgerà e mercati emergenti quali Brasile, Cina, India, Messico e Russia rappresenteranno la fetta maggiore della torta.
  •  I dati corrono più veloce dello storage: il totale della capacità storage disponibile a livello mondiale (byte non usati) su tutte le tipologie di mezzi sta crescendo più lentamente rispetto all’espansione dell’universo digitale. Nel 2013, la capacità storage disponibile è stata in grado di contenere solo il 33% dell’universo digitale. Entro il 2020, sarà in grado di immagazzinare meno del 15%. Fortunatamente, la maggior parte dei dati mondiali è transitoria e non richiede storage.
  •  I dati toccati dal cloud raddoppieranno: nel 2013, meno del 20% dei dati nell’universo digitale è stato “toccato” dal cloud. Entro il 2020, questa percentuale raddoppierà, passando al 40%.
  •  I consumatori creano i dati, ma le aziende ne sono responsabili: due terzi dei bit dell’universo digitale sono creati o catturati dai consumatori e dai lavoratori. Tuttavia sono le aziende ad avere la responsabilità dell’85% dell’universo digitale.

Sempre di più le aziende cercheranno di capitalizzare i fenomeni legati al social e alla continua crescita del mobile – ha dichiarato Jeremy Burton, President of Products and Marketing, EMC Information Infrastructure Per questo motivo, le dimensioni e il potenziale dell’universo digitale sono destinati a espandersi in modo significativo. In questo scenario, le aziende avranno l’opportunità di analizzare nuovi flussi di dati, in un universo in continua crescita, e di ottenere più valore dai dati già in loro possesso. Ciò significa che le aziende di tutte le dimensioni si stanno spostando verso un business software-defined. Questo scenario presenta grandi potenzialità, ma altrettanti rischi. Le divisioni IT delle imprese devono trovare il modo per creare innovazione all’interno delle infrastrutture già esistenti, preparandosi adeguatamente per il passaggio alla terza piattaforma”.