POS obbligatori per i professionisti per il pagamento col bancomat. Il provvedimento, contenuto nel Decreto Crescita 2.0, scatterà dall’1 gennaio.

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I cittadini che pensavano di poter sfuggire all’uso della carta di credito in caso di acquisto di servizi presso liberi professionisti o lavoratori autonomi dovranno ora rassegnarsi al pagamento virtuale. È in previsione, infatti, una modifica della normativa vigente che spingerà i consumatori a mettere MasterCard e le sue carte di credito a confronto con quelle di Visa, American Express o delle altre banche per scegliere tra questi prodotti, ormai divenuti indispensabili, il più vantaggioso.

Il primo gennaio del 2014, infatti, scatterà per tutti i professionisti, e per tutti i prestatori di servizi, l’obbligo di procurarsi un dispositivo POS (point of sale ndr) per i pagamenti col bancomat. Si tratta di un provvedimento contenuto nel Decreto Crescita 2.0, varato dal precedente governo Monti, per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale. Da sottolineare che, per il momento, dalla misura sono esclusi i pagamenti con carte di credito tipo MasterCard o Visa.

Dopo la riforma delle assicurazioni professionali, avviata questo agosto, è alle porte un’altra novità per architetti, geometri, ingegneri, avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti e molte altre categorie di esercenti che offrono vendita di prodotti o servizi. Il conto, infatti, sarà saldato necessariamente con la carta di pagamento bancomat, strumento che dà la possibilità di tracciare la transazione economica.

L’obiettivo di questa politica la lotta all’evasione fiscale che passa necessariamente dai pagamenti virtuali con moneta elettronica. L’obbligo di pagamento col bancomat tramite POS, infatti, segue il divieto di pagamento in contanti per cifre superiori o uguali a mille euro, contenuto nel Decreto Salva Italia del 2011.

Molte tuttavia sono state le lamentela sollevate da professionisti, Ordini e associazioni di categoria che temono l’imposizione di ulteriori spese a favore delle banche. Per l’installazione del POS, denunciano, si parla di costi superiori ai 100 euro, più il canone fisso e le commissioni di pagamento che entreranno direttamente nelle casse delle banche.

“Le imprese in Italia si attestano sui 5 milioni di soggetti circa che in un anno spendono mediamente 7 mila euro per servizi professionali con un volume di transazioni pari a circa 35 miliardi di euro – denuncia l’indagine dell’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro – Applicando il 3% medio di commissione bancaria sui pagamenti si arriva a oltre 1 milione di euro in più di incassi per le Banche”.

Secondo altri, poi, la possibilità di pagamenti tramite carte di credito o carte prepagate sarebbe stata più ragionevole rispetto all’imposizione del POS per bancomat. Le carte di credito, infatti, in genere non hanno limiti di spesa giornaliera e se ce li hanno si tratta sicuramente di massimali più alti rispetto a quelli del bancomat. È la tesi su cui spingono gli architetti che spiegano come le fatture emesse dalla propria categoria riportino cifre spesso superiori alla soglia massima disponibile col bancomat.

Insomma, il dibattito è ancora aperto in attesa del decreto attuativo ministeriale. La data del via alla riforma è però fissata: servirà per disincentivare le prestazioni senza fattura? La direzione sembra quella giusta e passa necessariamente per l’uso della moneta elettronica.