La fase di disruption che stiamo vivendo oggi può aver sconvolto le nostre abitudini, ma alcune cose rimangono costanti. Se è l’azienda a definire obiettivi e strategia, è l’IT che li si occupa di creare le applicazioni, i servizi e le esperienze che i clienti desiderano e di cui i dipendenti hanno bisogno. Essere in […]

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La fase di disruption che stiamo vivendo oggi può aver sconvolto le nostre abitudini, ma alcune cose rimangono costanti. Se è l’azienda a definire obiettivi e strategia, è l’IT che li si occupa di creare le applicazioni, i servizi e le esperienze che i clienti desiderano e di cui i dipendenti hanno bisogno. Essere in grado di modernizzare le applicazioni significa anche essere capaci di consegnarle in tempi rapidi, con affidabilità e sicurezza, sia che si tratti di applicazioni cloud native o legacy, sia che si trovino nel data center o in un ambiente multi-cloud. Le aziende sono consapevoli del fatto che senza questi servizi soddisfare le esigenze dei clienti diventa un’impresa difficile: una nuova ricerca VMware ha rilevato che l’80% degli sviluppatori di applicazioni e dei leader tecnologici dell’area EMEA ritiene che, senza una modernizzazione efficace delle applicazioni (modern apps), le organizzazioni non saranno in grado di offrire ai clienti la migliore esperienza possibile1.

Infatti, non solo le modern apps supportano le aziende nella realizzazione di risultati di business migliori, ma sono proprio le aziende con prestazioni migliori a sviluppare e fornire nuove applicazioni e servizi in mano agli utenti, in tempi rapidi. Uno studio condotto da Vanson Bourne per conto di VMware2 ha rilevato che nelle aziende high-performing, a essere pubblicate sono il 66% delle nuove applicazioni, contro il 41% nelle organizzazioni underperforming, mentre il 70% delle applicazioni viene pubblicata nei tempi previsti nelle organizzazioni high-performing, contro appena il 41% nelle organizzazioni underperforming3.

Essere in grado di supportare e modernizzare le applicazioni legacy, adottando al contempo nuove pratiche per quelle cloud-native, ha costretto l’IT a ripensare il modo in cui la delivery viene effettuata per la totalità di esse, in modo sicuro, in un mondo multi-cloud. Per accelerare il ritmo dell’innovazione, i team IT devono semplificare operations e gestione.

Da dove iniziare, quindi? Il punto di partenza è innanzitutto chiedersi ciò che è necessario che l’applicazione realizzi per l’azienda. Questo porta a sua volta a porsi alcune domande alle quali è necessario rispondere affinché l’IT sappia dove e come “gestire ogni cosa” e le aziende possano infine realizzare il valore delle modern apps.

1. Quali sono priorità e focus del business digitale?

Nell’era analogica, l’IT si rivolgeva impropriamente al business come se fosse un proprio cliente interno. Un cliente, invece, ha la possibilità di scegliere, può rivolgersi ad altri fornitori se non è soddisfatto del servizio. Le aziende non avevano questa flessibilità; erano bloccate da ciò che l’IT dava loro, quasi come fossero ostaggi.

La tecnologia è successivamente diventata mainstream e le diverse divisioni aziendali si sono rese conto di avere accesso alle tecnologie più avanzate esattamente come l’IT, a volte anche di più. Quindi, se l’IT non riusciva a ottenere risultati, un responsabile aziendale poteva andare a cercare altrove le risorse di cui aveva bisogno, con tutti i rischi che ciò comportava.

Oggi l’IT deve servire l’azienda come se fosse un vero cliente, comprendendone esigenze, sfide e suoi obiettivi e dimostrando come sia in grado di sostenere le sue ambizioni. Si tratta di una conversazione biunivoca, in cui unità aziendali e team delle infrastrutture si ritrovano a dialogare attraverso un linguaggio comune aiutandosi a vicenda per comprendere ciò che entrambi desiderano ottenere.

2. Quali applicazioni eseguire?

Da questa comprensione nasce il bisogno di conoscere quali applicazioni sono necessarie e come possono essere supportate. Si tratta di una conversazione per le business unit e, a ben vedere, anche per qualsiasi altro individuo all’interno dell’organizzazione, e la decisione che ne deriva deve essere tanto commerciale quanto tecnica.

Una volta stabilito ciò, l’IT deve essere chiaro su come intende fornire i risultati. Dispone del team giusto nel posto giusto? Spesso, nelle aziende più grandi, si presenta il malinteso secondo cui uno sviluppatore è in grado di sviluppare qualsiasi applicazione mentre la realtà, naturalmente, è che gli individui conoscono linguaggi di programmazione e piattaforme diverse. La sfida è che i team IT non si concentrino solo su un’applicazione, ma su molte, tutte con requisiti e stakeholder diversi.

Le applicazioni a cui dare priorità dovrebbero essere quindi quelle in grado di soddisfare le esigenze del business, pur lavorando all’interno della sfera di competenze e parametri degli ambienti di sviluppo disponibili.

3. Su quale piattaforma devono funzionare le applicazioni?

Con le organizzazioni che gestiscono una moltitudine di ambienti diversi per soddisfare le esigenze delle proprie applicazioni – ognuna con requisiti tecnologici unici – trovare la giusta piattaforma non rappresenta l’unica sfida. Anche lo sviluppo e la gestione sono elementi più complessi che mai, con l’IT e gli sviluppatori che navigano tra applicazioni tradizionali, cloud-native, SaaS, services e on-prem.

È quindi necessario un terreno comune tra team IT, linee di business e sviluppatori dove poter disporre di un’unica piattaforma digitale per eliminare il potenziale sviluppo di silos, consentire una migliore distribuzione delle risorse e fornire un approccio coerente per gestire insieme le applicazioni, le infrastrutture e le esigenze di business.

Si tratta di costruire una piattaforma comune per gestire ogni cosa. Un’unica digital foundation definita dal software che fornisca la piattaforma – e la possibilità di scelta su dove far funzionare l’IT – per realizzare il valore del business, creare il miglior ambiente per gli sviluppatori e aiutare l’IT a gestire efficacemente la tecnologia, sia nuova che esistente, attraverso qualsiasi cloud per qualsiasi applicazione su qualsiasi dispositivo e in totale sicurezza. Una piattaforma in grado di consegnare tutte le applicazioni, consentendo agli sviluppatori di utilizzare le più recenti metodologie di sviluppo e tecnologie container per un tempo di produzione più rapido. Il tutto con una gestione e operations coerenti.

In ultima analisi, si tratta di abilitare le aziende a fornire un software migliore più velocemente, di automatizzare il ciclo di vita delle modern apps, di rimuovere le barriere all’adozione di Kubernetes e dei container e persino di far funzionare Kubernetes attraverso i vari cloud. Così facendo, l’azienda è in grado di posizionarsi efficacemente sul mercato per supportare le modern apps, democratizzando Kubernetes per offrire le applicazioni che stanno trasformando la competitività aziendale.

4. Dove devono girare le applicazioni?

Le aziende dispongono di diversi ambienti per altrettanti diversi motivi. Uno di questi può essere la necessità di rispettare le normative, la conformità o le richieste dei clienti per l’archiviazione dei dati. Potrebbe anche esserci una ragione tecnologica per mantenere i dati e le applicazioni il più vicino possibile all’utente finale, ad esempio quando la massima latenza non è negoziabile.

Poi c’è la questione della sovranità dei dati, che varia da Paese a Paese, e che deve essere sempre considerata quando si prendono decisioni in termini di app deployment.

La questione del “dove” spesso infine si riduce ai soli elementi commerciali e tecnici. La soluzione sta nel considerarli entrambi, per andare avanti soddisfacendo tutte le esigenze.

5. Come consegnare le applicazioni nelle mani degli utenti?

Una volta poste queste basi, si tratta di considerare come le applicazioni arriveranno effettivamente nelle mani dell’utente finale. Questo passaggio, spesso trascurato, rappresenta il punto centrale della distribuzione delle modern apps, ovvero far sì che gli utenti le utilizzino e realizzino l’esperienza che stavano cercando. Non importa se si tratta di un cliente, un dipendente o qualsiasi altro stakeholder: il valore generato dall’applicazione non può essere quantificato finché non è nelle mani dell’utente.

Questo vale anche quando si considerano gli aggiornamenti: un dipendente può avere a disposizione le applicazioni più potenti del mondo, ma dovendo aggiornare manualmente ciascuna di esse, il vero valore non sarà verificato fino a quando le app non saranno effettivamente aggiornate.

Ecco perché il recente lavoro messo in atto da La Poste, il servizio postale francese, è così interessante. Dopo aver digitalizzato il personale di prima linea dotando gli operatori postali di smartphone con applicazioni che consentivano loro di offrire servizi aggiuntivi durante i loro percorsi giornalieri, la sfida – e l’opportunità – era proprio quella di essere in grado di gestire gli aggiornamenti di tutta la forza lavoro da remoto. Una volta sviluppata una piattaforma per la gestione delle applicazioni a distanza, i singoli lavoratori erano meglio equipaggiati per servire i clienti, aumentando così le entrate dell’azienda e realizzando concretamente il valore delle applicazioni.

6. Come renderle sicure?

Purtroppo le minacce sono in agguato in ogni fase. Applicazioni, dati, infrastrutture: tutto deve essere completamente sicuro. La natura sofisticata degli odierni cyber-attacchi richiede risposte altrettanto sofisticate, ed è per questo che la costruzione di una sicurezza end-to-end che coinvolga applicazioni, carichi di lavoro, end point e infrastrutture è oggi fondamentale. Solo integrando intrinsecamente la sicurezza l’IT può garantire che tutto sia sicuro in qualsiasi applicazione, cloud e dispositivo.

7. Come gestire tutto?

Si arriva infine alla gestione. Come già accennato al punto 3, i team IT devono avere la possibilità di controllare tutti questi diversi elementi in un momento in cui il talento e le risorse sono decisamente sotto pressione; variabile, questa, che non può essere trascurata se si pensa che il 93% dei nostri intervistati concorda sul fatto che il coinvolgimento di persone con diverse competenze tecniche è una parte essenziale per il successo della trasformazione digitale.

C’è bisogno di un’infrastruttura semplificata, con operazioni coerenti e un modello in grado di costruire e far funzionare le moderne applicazioni in più ambienti, sia on-premise che cloud-based.

Le aziende devono essere in grado di costruire, eseguire, gestire, mettere in sicurezza e fornire qualsiasi applicazione – rapidamente – se vogliono soddisfare le esigenze dei loro clienti nei tempi incerti di oggi ma anche per preparare, in modo critico e strategico, il loro business per il futuro. Certamente tutto questo pone una grande pressione sui team IT, tuttavia è un lavoro che deve essere intrapreso. Le organizzazioni che dispongono di un’unica digital foundation in grado di creare un’infrastruttura che permetta sviluppo e deployment rapidi delle modern apps saranno quelle in grado di realizzare l’immenso potenziale di questi nuovi servizi e offerte, e di porsi nelle condizioni migliori per avere successo.

A cura di Ed Hoppitt, EMEA Director – Modern Apps and Cloud Native Platforms VMware

 

 

1 The Improving Customer Experience and Revenue Starts With the App Portfolio, uno studio commissionato da Forrester Consulting per conto di VMware, in cui sono stati coinvolti 614 Chief Information Officers e Senior Vice Presidents provenienti da Nord America, EMEA e APAC. Gli intervistati provenivano da aziende con oltre 2.500 dipendenti nei settori dei servizi finanziari, della sanità, del governo, delle telecomunicazioni e della vendita al dettaglio.

2 Vanson Bourne, su richiesta di VMware, ha intervistato 2.250 intervistati in EMEA nei mesi di marzo e aprile 2020. Si trattava di 750 decision maker aziendali, 750 decision maker IT e 750 sviluppatori di app. Tutti gli intervistati provengono da organizzazioni con almeno 500 dipendenti, in tutti i settori privati e pubblici, tra cui, ma non solo, IT, servizi finanziari, vendita al dettaglio e all’ingrosso, sanità, istruzione e governo.

3 Le società High-performing/hyper growth sono quelle con un livello di crescita annuale del 15+% in termini di fatturato. Le aziende Underperforming/not growing sono quelle con un livello di crescita annuale pari o inferiore allo 0% in termini di fatturato.