Il 72% dei responsabili IT hanno già implementato soluzioni a sostegno del BOYD

Recentemente è stata condotta una ricerca sul supporto aziendale in Europa all’utilizzo dei dispositivi mobili da parte dei propri dipendenti.
Emergono dati e percentuali interessanti, che forniscono una fotografia chiara e ben definita della situazione attuale dell’IT. Il 64% dei dipendenti europei (il 65% in Italia) non crede che la propria azienda fornisca loro le soluzioni di cui hanno bisogno per essere produttivi ed efficienti. Allo stesso tempo, il 63% dichiara che il proprio datore di lavoro non offre le policy che consentono di lavorare in maniera efficace fuori dall’ufficio. Vi è consapevolezza da parte del dipartimento IT, del quale la metà dei responsabili ammette di non ritenere la propria organizzazione in grado di far fronte alle richieste dei dipendenti.

Ad aggravare la situazione, la questione sicurezza. La maggioranza dei responsabili IT dichiara che le informazioni aziendali siano salvate su dispositivi personali, e che siano commercialmente sensibili. Condizione non confermata solo da un terzo dei dipendenti intervistati, certi del fatto che i propri dati salvati su smartphone siano al sicuro.

Un adeguamento è nell’aria, dato che le aziende riconoscono che policy adeguate per il BYOD possano dare una spinta alla produttività. Dati dimostrativi a riguardo segnalano un 72% dei responsabili IT (81% in Italia) che hanno già implementato soluzioni a sostegno del BYOD, o comunque intenzionati a farlo. Una percentuale poco più bassa di essi dichiara che nel 2013 saranno predisposti sistemi e policy che assumano come norma e non come eccezione che i dipendenti possano lavorare in mobilità e accedano ai dati da remoto.

Quello che emerge è una maggiore consapevolezza dell’uso dell’IT da parte dei lavoratori, ed una crescente richiesta di nuove modalità che permettano maggiore produttività. Produttività, appunto, che potrà incrementare solo in conseguenza di uno sforzo dell’IT nel capire le esigenze dei dipendenti, trovando un giusto compromesso tra la promozione di una cultura del lavoro in mobilità e la tutela e protezione dei dati dei clienti.