I consumatori sono informati sui rischi degli acquisti online ma non adottano comportamenti più sicuri, anche quando hanno giù subito dei furti di dati

Contraddizioni: ecco cosa colpisce dell’indagine sugli atteggiamenti dei consumatori verso la sicurezza on-line che RSA, la divisione di sicurezza di EMC, ha condotto con il Ponemon Institute. Il campione di 1000 intervistati statunitensi, infatti, ammette di perseverare in atteggiamenti che sa essere poco sicuri, pur essendo al tempo stesso preoccupato per l’uso illecito dei propri dati.

Quasi la metà del campione afferma di aver subìto almeno una volta una violazione dei dati personali; il 45% dice di non sapere quando l’acquisto ha lasciato trapelare informazioni sensibili. L’atteggiamento dei consumatori, però, non cambia: continuano a comprare in rete, il 48% con una cadenza settimanale. Le aspettative sulla sicurezza sono alte solo nel caso di online banking o transazioni mobile, mentre crollano se si considera lo shopping generico. L’uso di carte di credito o prepagate, poi, non scoraggia gli acquisti, anche nei casi (45%) in cui si siano subiti dei furti di dati.

Violazioni che, nel canale mobile, sono aumentate del 20% rispetto al 2013 e del 67% rispetto al 2012. Sono numeri importanti, se si considera che il 33% delle transazioni bancarie è avvenuto tramite smartphone o cellulare.
Allargando lo sguardo a tutte le applicazioni mobile, il 77% del campione dichiara di non fidarsi della loro sicurezza, ma solo il 35% – ecco un’altra contraddizione – afferma di leggerne sempre le condizioni di utilizzo dopo averle scaricate.

L’autenticazione è un altro terreno di incongruenze per buona parte dei consumatori: il 62% esprime una mancanza di fiducia nei siti che permettono l’autenticazione solo attraverso un nome utente e una password e il 71% è preoccupato di perderli. Nel contempo, un terzo ammette di usare solo una o due password per tutti i suoi account.  Il 69% usa la stessa password per più dispositivi, contro il 54% che dichiara invece di cambiarla regolarmente. Interrogati sui metodi di accesso preferiti, la maggioranza degli intervistati cita token software e/o dati biometrici (voce o verifica delle impronte digitali) come il modo migliore per controllare le proprie informazioni.

I risultati dell’indagine realizzata da Ponemon Institute mostrano che, nonostante queste preoccupazioni siano top of mind, i comportamenti e gli atteggiamenti dei consumatori non stanno cambiando” afferma Massimo Vulpiani, country manager per l’Italia e regional director per l’Europa del sud.  “E’ compito del nostro settore quello di mantenere le promesse sulla sicurezza”.

A questo link è disponibile l’infografica dell’indagine.