Le Autorità francesi sono convinte che l’eliminazione dei risultati dal motore di ricerca non debba riguardare solo l’Europa ma tutto il mondo

L’ormai famoso “diritto all’oblio” imposto a Google potrebbe non avere più confini. Questo dopo che La Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL) ha sollecitato il colosso americano nel permettere agli utenti del vecchio continente di richiedere la rimozione dei propri dati nelle ricerche effettuate non solo su siti europei ma anche a quelli di livello internazionale. E sarebbe stato dato un ultimatum: 15 giorni per acconsentire a questa richiesta, pena diverse sanzioni. Queste multe risolterebbero troppo basse (e quindi inefficaci) per un colosso come la società ameticana che solo nel 2014 ha registrato ricavi per 66 miliardi di dollari. Il CNIL può infatti  imporre ammende fino ad un massimo di 150 mila euro.

In ogni caso, fortemente contraria è ovviamente Google che ritiene ingiusta “l’internazionalizzazione” del diritto all’oblio. Si oppone quindi il CNIL che nel frattempo ha ricevuto non poche lamentele da parte di utenti che si sono visti negata l’eliminazione in ricerche effettuate al di fuori dell’UE.

In accordo con il giudizio della Corte, il CNIL ritiene che per essere efficace il delisting debba essere portato su tutte le estensioni del motore di ricerca e che il servizio offerto da Google costituisca una singola procedura” afferma il CNIL in una nota. Google, di contro, sostiene di aver operato a stretto contatto con i garanti nella ricerca del giusto equilibrio per recepire la decisione della Corte di Giustizia Europea.