In questo momento di crisi, le aziende devono concentrarsi sulle “4 P” per dare una spinta al proprio business: Product (prodotto), Price (prezzo), Place (punto vendita o distribuzione) e Promotion (promozione o comunicazione).

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Quando si tratta di definire piani di marketing nei momenti di crisi, la ricerca è molto chiara sul da farsi. Bisogna essere ottimisti, investire nel proprio brand ed assistere la crescita della propria azienda. Infatti, Procter & Gamble ha seguito questa strategia con successo, raddoppiando gli investimenti.

È probabile, però, che, per molti marketer, la realtà sia decisamente diversa.

Quindi, cosa devono fare i marketers per fronteggiare la necessità di trovare nuove soluzioni e prepararsi al mondo, dopo il coronavirus? Benché ciascuna situazione sia differente, il consiglio è lo stesso per tutti: concentrarsi sulle basi del marketing e scoprire come le famigerate “4 P”  possano aiutare a dare una spinta al proprio business: Product (prodotto), Price (prezzo), Place (punto vendita o distribuzione) e Promotion (promozione o comunicazione).

Negli ultimi mesi, le aziende hanno inviato e-mail e comunicazioni per far sentire la propria vicinanza ai clienti e mostrare empatia. Ciò non sorprende, dato che il più recente Sondaggio CMO, a cura di Christine Moorman, docente alla Duke University, rivela come i leader del marketing stiano mostrando un interesse crescente per quanto riguarda l’aspetto comunicativo del commercio, a discapito delle aree più tradizionali quali strategie e prezzi.

I social media, i blog e le campagne e-mail sono indubbiamente importanti, ma è altrettanto essenziale concentrarsi sui fondamenti delle proprie attività commerciali, per offrire il meglio ai propri clienti attuali e potenziali. Le famose “4 P” del marketing internazionale hanno ancora un ruolo fondamentale.

Molte aziende stanno riscoprendo questi elementi per muoversi su basi più solide. Alcun imprese, come Target, Walmart e Aldi hanno deciso di offrire momenti di apertura, iper fornire un’esperienza migliore durante la pandemia. Invece, PepsiCo ha intrapreso azioni di vendita diretta ai clienti. Entrambi gli esempi mostrano come un cambio del paradigma distributivo possa contribuire a dare una spinta al proprio business.

Con la stessa vision, Trustpilot ha rivisto la propria strategia di piani e prezzi. Grazie a una ricerca tra clienti attuali e potenziali interessati, si è scoperto che semplificando l’offerta di prodotti, raggruppando le funzioni e rendendo i prezzi più trasparenti, si poteva generare crescita.

Questo progetto, iniziato prima della pandemia, è stato portato avanti nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus.  Questo cambiamento strategico ha reso l’azienda più appetibile. Quando arriva una crisi, bisogna avere delle fondamenta solide su cui poggiarsi, tra cui una valida ricerca di mercato, una chiara mappatura ed un’ottima distribuzione dei propri servizi.

Anche per questo Trustpilot ha deciso di presentare la nuova funzionalità, legata alle recensioni delle sedi, permettendo alle società di raccogliere e gestire il feedback dei clienti per ciascuna sede aziendale. In un momento in cui gli acquisti sono in aumento e potrebbero assumere un ruolo fondamentale dopo il coronavirus, monitorare la performance delle filiali locali è importante sia per i consumatori sia per le aziende.

Di conseguenza, le strategie di marketing post-coronavirus dovranno tenere sempre più in considerazione parametri multipli, come le sopracitate 4P, e piattaforme multiple, così che l’omnicanalità possa costituire un ulteriore elemento di supporto. Tutto ciò rappresenta il primo passo per uscire da questa crisi in modo più consapevole.