Il malware che cripta i documenti ed esige un riscatto si sta diffondendo rapidamente in Europa. L’Italia è tra i Paesi più colpiti

Avevamo già parlato dell’ondata di crypto-ransomware che da circa due mesi colpisce gli stati europei. La diffusione del malware che crittografa i dati memorizzati sull’hard disk e pretende un riscatto per sbloccarli non sembra fermarsi: i cyber-criminali, infatti, fanno leva sui comportamenti talvolta poco prudenti che gli utenti mettono in atto, quando navigano siti di e-commerce.

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Uno dei metodi per trarre in inganno i consumatori, come rileva Trend Micro, è persuaderli a cliccare link legati a spedizioni o pacchi in consegna. Il link conduce all’inserimento di un codice CAPTCHA, che innesca a sua volta il download del file che crittografa i documenti. Pagare il riscatto non è la soluzione: non c’è la garanzia che si recupereranno i propri dati e ci si espone al rischio di consegnare ai cracker anche le proprie credenziali bancarie.

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Prevenire, dunque, è il comportamento da adottare: è consigliabile attivare un blocco selettivo degli allegati mail e controllare sempre anche le fonti conosciute. Fare regolarmente il backup dei propri dati e affidarsi a soluzioni anti-spyware efficaci è una buona misura, completata però da un’attenzione particolare a tutto ciò che ci sembra sospetto. Soprattutto quando è camuffato a regola d’arte, come le immagini di alcuni siti infetti dimostrano.